Le Regole dello Specchio – Reality Transurfing – Libro

Reality Transurfing – Le Regole dello Specchio – Libro

Il seguito della trilogia del Transurfing

Torna Vadim Zeland con il seguito della trilogia che ha conquistato l’Italia.

Le regole dello Specchio nuova edizione del settembre 2020.

La gestione della realtà: è una cosa davvero possibile?

Ognuno è in grado di gestire il proprio destino, ma solo a condizione di prendere il volante nelle proprie mani. Tutto dipende dalla posizione che prendi, attiva o passiva.

Puoi vivere come ogni giorno viene, leggendo gli oroscopi e accettando il tuo destino come se fosse concesso dall’alto.

Per posizione attiva si intende la capacità di non remare contro corrente e l’intenzione di controllare i propri pensieri in conformità con i principi dello specchio.

Questa posizione ti dà un vero potere sul tuo destino, a quel punto i servizi di un veggente diventano irrilevanti.

Se intendi trasformare la tua vita in sogni lucidi che puoi controllare, senza dubbio non avrai più bisogno dei servizi di produttori di specchi. E chi sono gli astrologi, ierofanti e profeti se non i fabbricanti di specchi?

Le previsioni che ti danno non sono solo una prognosi innocua, ma una parte surrogata del tuo destino, una piccola parte dello specchio in cui dovrai guardare. Come potrebbe essere diverso? Non fa differenza se prendi sul serio la previsione o meno.

Una volta che l’hai ascoltata, l’immagine continuerà ad occupare un posto nel tuo subconscio programmando il tuo destino. In pratica hai autorizzato un cartomante a interferire nel tuo destino, creando comunque una dipendenza nei suoi confronti, una cessione di parte del tuo autodeterminismo.

Coloro che sono riusciti a mettere in pratica il Transurfing raccontano con meraviglia come i loro pensieri si siano materializzati in modo incomprensibile, come la realtà circostante abbia cambiato aspetto sotto i loro occhi, come – senza un motivo evidente – la gente abbia incominciato a rivolgersi a loro con simpatia, come si siano aperte quelle porte che prima sembravano insperatamente chiuse.

Praticando il Transurfing, si cominciano a notare fenomeni curiosi, come il variare delle “sfumature delle decorazioni” o “i cerchi nella realtà”, analoghi ai cerchi nell’acqua.

Questo succede perché lo strato del mondo ritrova la sua freschezza perduta: il gelato ha ora lo stesso gusto che aveva quando si era piccoli e anche le speranze acquistano lo stesso entusiasmo che avevano nella nostra gioventù.

Secondo Zeland, il mondo intero può essere visto come un gigantesco doppio specchio. Da un lato dello specchio si trova l’Universo fisico e dall’altro lato dello specchio si trova lo spazio delle alternative metafisiche.

Tutt’intorno a te c’è uno specchio tridimensionale intelligente che ti riflette ma cerca di nascondere che è un riflesso. Una volta che ti rendi conto di cosa significa veramente, la realtà diventa tua da comporre.

L’altro lato dello specchio è lo spazio delle alternative dove tutto è possibile. Dove finisce lo specchio? Come funziona? Come usiamo il principio dello specchio nella nostra vita quotidiana?

Le tue azioni e pensieri si riflettono su di te in modi incredibili permettendoti di operare magie sul mondo esterno.

Dopo il successo della trilogia del Reality Transurfing, Vadim Zeland torna con questa straordinaria opera, Le Regole dello Specchio — suddivisa in due volumi — per spiegarci che è davvero possibile gestire la realtà.

Volume 1 : La gestione della realtà

Volume 2 : Le mele cadono in cielo

Secondo l’autore l’aspetto più importante è la nostra sensazione di libertà interiore, il privilegio di vivere secondo il proprio “credo”. Per quanto strano possa essere, non c’è nessuna stregoneria, è tutto reale. Per questo, verificando nella pratica quotidiana la potente tecnica del Transurfing, tenetevi ben saldi a terra per non cadere in cielo dallo stupore e dall’entusiasmo. 

“Alla fine si formerà nello specchio il riflesso necessario e avverrà ciò che si è soliti definire miracolo: il sogno che sembrava irrealizzabile si sarà trasformato in realtà”.

Lo trovi qui:
Reality Transurfing – Le Regole dello Specchio — Libro

Approfondimento:

La Gestione della Realtà Le Mele Cadono in Cielo

Vadim Zeland in Italia

Vadim Zeland in Italia

VADIM ZELAND in ITALIA

ad APRILE 2013

Il 6 Aprile 2013 Vadim Zeland per la prima volta in Italia!

La città è tuttora da definire

Prenotati per l’incontro con Vadim Zeland!

Prezzo € 29,75 + IVA (€ 36,00)
(Se prenoti entro il 31/10/2012)
invece di € 56,00 Sconto 36 %

(Risparmi 20,00 €)

Le Mele Cadono In Cielo e La Gestione della Realtà

Le Mele Cadono in Cielo

Pare che inizialmente Le Mele Cadono In Cielo e La Gestione della Realtà quando furono pubblicati per la prima volta nel 2005 in lingua originale come libro IV e V della serie Il Transurfing della Realtà fossero un unico libro dal titolo Le Mele Cadono In Cielo.

Successivamente sono stati pubblicati divisi in due libri.

Il primi due capitoli sono diventati La Gestione della Realtà e i rimanenti danno corpo a Le Mele Cadono In Cielo, con le opportune modifiche.

L’indice dei due libri e l’estratto dal capitolo IV. La Coordinazione Dei Sogni che ho tradotto è riportato pari pari come Vadim Zeland lo ha pubblicato suo sito personale. E’ possibile che quando verranno pubblicati in italiano vi saranno delle variazioni nella traduzione e nella copertina.

Indice dei contenuti:
Premessa
I. Ballando con le ombre
L’Origine dell’Intenzione
La Legge della Sfortuna
Ogni Cosa Sarà a Tuo Dispetto
La Regola del Pendolo
La Stabilizzazione della Struttura
I bambini Indaco
I Padroni dell’energia
La Dichiarazione d’Intenzione

II. Il sogno degli dei
Due Aspetti della Realtà
I Figli di Dio
Il Teatro dei Sogni

III. Il mondo speculare
Lo Specchio Duale
L’amalgama della Realta
A Caccia del Riflesso
Il Mondo si Muove Frontalmente
L’Intenzione Dell’arbitro
La Lega Dei Costruttori Di Specchi

IV. Il Portiere dell’eternità
L’Energia dell’intenzione
La Pulizia Del Mondo
L’Arbitro Della Realtà
La Coordinazione Del Sogno
IL Verdetto dell’Arbitro

V. Il Velo
Una Visita all’Eternità – Glossario

Estratto dal libro (capitolo IV. La Coordinazione Dei Sogni)

Dal momento che qualcuno nasce, lui o lei entra in una certa situazione: “Sono nato povero e non posso uscirne. Sono costretto a fare con quello che c’è, e farò quello che devo fare”. Questa situazione ipnotizza, afferra le persone e loro sono controllati dal sogno ad occhi aperti di ciò che sta “accadendo”. Fino a quando si vede questa situazione attraverso il sogno, diventa sempre più consolidata nello specchio del mondo. Così le persone diventano schiave di questa realtà e contemporaneamente la supportano. I poveri diventano più poveri, i ricchi diventano più ricchi.

Ricordi che nel capitolo precedente abbiamo parlato riguardo all’illusione di uno specchio duale? Questo significa concentrarsi sul riflesso che trasforma una vita in sogno inconscio, dove sei completamente dipendente dalle circostanze. La realtà è più forte fintanto che, come ipnotizzato, guardi con ansia quello che sta accadendo nello specchio. È come essere assorbiti da un film, tuttavia in questa vita l’immersione è di gran lunga più profonda. Sei ipnotizzato dal riflesso – ti avvolge letteralmente con il cerchio dello specchio. Come si può trasformare l’esistenza in un sogno cosciente che si può gestire?

Devi capire una cosa semplice: in questo mondo tu sei lo specchio. Starai all’interno dello specchio fino a quando la tua attenzione si concentra sul riflesso. Tutto ciò che sta succedendo lì non dipende da te. La tua vita assomiglia a un gioco per computer, e non sei tu che stabilisci le regole. Ovviamente ti è permesso di compiere sforzi al fine di influenzarla. Tuttavia, ti manca la cosa più importante: non hai modo di sfuggirle.

Intanto non è altro che la tua attenzione che ti mantiene al suo interno. Tu sei in grado di sfuggire allo specchio. All’interno di esso si sogna inconsciamente, al di fuori di esso c’è il sognare in modo cosciente. La realtà è identica su entrambi i lati dello specchio dato che è duale. Tuttavia, dentro lo specchio, non sei tu che gestisci, ma la realtà. Tu sei uno schiavo di un’illusione: non pensare che sia possibile cambiarla con il tuo tocco! Ma questo può essere fatto solo da questo lato, se l’intenzione interna diventa l’intenzione esterna. Per uscire bisogna mettere nuovamente a fuoco l’attenzione concentrandosi sull’immagine, piuttosto che sul riflesso. Dopo aver realizzato che sei di fronte allo specchio acquisisci la capacità di dare forma alla realtà in armonia con i tuoi pensieri.

Dopo esserti liberato dall’illusione, dovresti (secondo il quinto principio) canalizzare di nuovo il flusso di idee da “ciò che non voglio” a “ciò che voglio”, da “ciò che non mi piace” a “ciò che mi piace”, dalla malattia alla salute, dai mezzi alla meta finale. Se osservi attentamente, vedrai che devi accettare le circostanze qualunque esse siano e conformarti a eventi apparentemente inevitabili. Sei abituato a prendere il sogno passivamente, “così com’è”. Nella migliore delle ipotesi si sta cercando di lottare per lo scenario, affrontando il flusso delle variazioni. Tuttavia, l’unica cosa che devi fare è cambiare il tuo atteggiamento – l’immagine davanti allo specchio. Allora smetterai di essere un prigioniero nel gioco, e si svilupperà al di fuori di te e secondo la tua volontà. Un dado si trasforma in giocatore.

Tuttavia, una nuova regola entra in vigore: se la combinazione ti sembra sfortunata, devi conciliarti con essa e considerarla fortunata. Dovresti seguire questa regola, se non vuoi ritrovarti di nuovo all’interno dello specchio. Incanalare nella nuova direzione i pensieri non è abbastanza – devi spostare il controllo della tua mente dallo sviluppo dello scenario alla sua correzione dinamica. Tu sei un maestro del tuo mondo fino a quando segui il sesto e settimo principio dello specchio.

La mente di solito ha da obiettare quando un nuovo evento non si adatta al concetto che lo ha creato. Deve essere il contrario da ora in poi. Ogni volta che la tua mente mostra la sua insoddisfazione per queste deviazioni dallo scenario, è necessario svegliarsi e accettare questo cambiamento: tutto sta andando avanti come deve. La mente può venire a patti con l’idea solo all’inizio del cammino, quando nulla ancora è noto, non c’è alcuna necessità di preoccuparsi dei mezzi. Non può fare altro che prendere nota di star pensando come questo possa accadere e recita secondo tutti i copioni negativi. E tu veramente vorresti dire: “Non ti rendi conto che questo non ti riguarda, idiota! Basta che fissi l’attenzione sullo scopo finale!”

Le persone pensano a qualcosa ed esse stesse non lasciano che accada. Facendo un desiderio, la tua mente ne elabora un abbozzo – così è come il nostro cervello funziona. Quando accade qualcosa di imprevisto, sembra che tutto vada storto. In realtà è il contrario: tutto è come deve essere! Poiché la mente, che è abituata a pensare secondo dei cliché, non vuole fare qualche correzione al copione che ha scritto, le persone cominciano a fare le cose che rovinano l’intero quadro.

Questo è il paradosso. Nessuno può sapere con certezza che cosa accadrà a materializzare il tuo ordine. Se si insiste sul voler sapere, alla fine niente funzionerà. Sembra che i tuoi sogni siano difficili da realizzare, perché sei intrappolato da luoghi comuni e semplicemente non lasci che questi sogni si avverino. Le tue porte sono bloccate da stereotipi.

La Gestione della Realtà — Le Mele Cadono in Cielo

Crea l’immagine desiderata nei tuoi pensieri – l’obiettivo, e poi semplicemente incamminati, passo dopo passo, verso di esso. Qualunque cosa che accade è per adempiere al tuo ordine. Usa l’intenzione del Sovrano: tutto sta andando bene perché ho ordinato così. Nel mio mondo, faccio quello che voglio. Non sono dipendente dalle regole, ma allo stesso tempo non sto cercando di influenzarle. Quando riavvolgo l’obiettivo di una diapositiva, non sto formando le circostanze, sto creando l’immagine del mondo nel quale intendo vivere. Gli sforzi per influenzare gli eventi appartengono alla recondita volontà della mente che cerca di imporre il suo proprio scenario. La mente non può sapere che cosa c’è sulla strada verso l’obiettivo. Le circostanze sono formate dall’intenzione esterna e dal flusso delle varianti. Il mio compito è di dirigere il vettore, ma non mi importa quale particolare percorso farà.

Immagina: un giorno ti svegli nel tuo sogno nello specchio. Qualcosa sta accadendo intorno. Gli eventi e i paesaggi sono ordinari, ma guardi a tutto questo con occhi nuovi, come se fossi saltato fuori dal flusso degli eventi e ti trovassi al centro di un enorme specchio sferico. Un caleidoscopio gigante ruota lentamente intorno a te, ed i lati della realtà sono scintillanti. Sei parte di questa realtà e al tempo stesso esisti separatamente, in modo indipendente. La stessa cosa succede quando ti svegli nel tuo sogno e ti rendi conto che è il sogno che dipende da te. Anche “sognare ad occhi aperti” nello specchio è simile, con la sola differenza: la realtà non reagisce così rapidamente. Ma non appena si impara ad accettare questa lentezza, scoprirai cose incredibili – in modo flessibile la realtà cambia seguendo i tuoi pensieri. Che cosa significa tutto questo? Dove sei adesso?

Tu sei al di fuori di questo mondo – hai fatto un passo fuori dello specchio.

Entrambi i testi sono ora disponibili in un unico libro, la collezione si chiama Reality Transurfing – Le Regole dello Specchio

Transurfing Vivo – Primo capitolo

“Transurfing vivo” – “Transurfing apocrifo”

Il Transurfing vivo è il Transurfing apocrifo

Il libro “Il Transurfing apocrifo” (Apokrifičeskij Transerfing), edizioni Eksmo, 2010 (traduzione italiana: Il Transurfing apocrifo, edizioni Eksmo, 2010) è uscito in Russia qualche mese prima del presente Transurfing vivo.

Quest’ultimo ne è una versione riveduta ed ampliata ha avuto una forte risonanza tra il pubblico dei lettori e ha scatenato un’animata discussione.

Capitolo I – Ci siamo risvegliati in un’altra realtà

Questo libro potrà sembrarvi strano, perché raccoglie in un unico insieme dei temi che la ragione ordinaria non è abituata a vedere vicino e insieme: l’esoterismo e l’arte culinaria, il sesso materiale e il mondo sottile e invisibile, il divino e il tecnologico, il mistico e il quotidiano. Le questioni di interesse strettamente medico, inoltre, vengono trattate in una prospettiva di individuazione di punti di contatto tra esse e i problemi legati alla ricerca e allo sviluppo spirituale. Ma un approccio del genere è possibile? La realtà in cui viviamo non è la stessa che c’era solo qualche decennio fa. I cambiamenti avvengono molto velocemente e raggiungono proporzioni massicce a velocità accelerata.

A tutti è noto il termine biosfera, inteso come ambiente, habitat degli esseri viventi. Pochi però sanno e riflettono sul fatto che esiste il concetto di tecnosfera. Per tecnosfera si intende l’insieme dei prodotti della civiltà tecnogena, a cominciare dagli elettrodomestici per finire ai prodotti alimentari. Tutto quello che entra in contatto con la tecnosfera subisce una trasformazione radicale, anche se non sempre evidente, compreso l’uomo.

A partire dal momento in cui la nostra civiltà ha cominciato ad evolversi seguendo il cammino dello sviluppo tecnologico, sono entrate in azione delle leggi che prima non si erano mai manifestate. Ora l’azione di queste leggi sta facendo si che la tecnosfera si stia immancabilmente trasformando in “matrix”. La “matrix” è una sorta di conglomerato, di sistema in cui l’individuo viene relegato al ruolo di pila di alimentazione. Film come “Matrix” o “The surrogates”1 non sono una fantasia ma il nostro prossimo futuro. E il problema non è nemmeno la tecnologia, da cui l’uomo è circondato.

Il fatto è che l’uomo, vivendo nel campo d’informazioni di proporzioni universali che si è venuto a creare per effetto della massiccia presenza di mass media, si ritrova giocoforza in balia del sistema. Ciò significa che non è più lui come individuo a gestire il sistema, ma, viceversa, è quest’ultimo ad esercitare sull’uomo il pieno controllo e a ottenere la sua completa sottomissione. Nella rete di informazione universale è una cosa semplice da fare.

Ma chi può trarre profitto da questa situazione? Nessuno. L’uomo tende a pensare che tutto quanto accade intorno a lui sia il risultato di un atto di volontà da parte di qualcuno. In realtà non è così. Di fatto il sistema si sviluppa autonomamente, così come fa la giungla. Chi gestisce la giungla? Nessuno. La vegetazione della giungla cresce e si sviluppa così come deve svilupparsi e lo fa dall’alba dei tempi, da quando le piante si sono trovate unite e hanno cominciato in qualche modo a coesistere. Capite?

Al sistema invece fa comodo un’altra cosa: esso ha bisogno di arrivare a un punto limite di equilibrio stabile e di conformarsi in una struttura ottimale, all’interno della quale le persone, come cyborg, supportano la sua esistenza. Cosa serve al sistema per raggiungere questo fine? Serve che le cellule della “matrix” siano riempite da elementi ubbidienti, dotati innanzitutto di salute cagionevole e di scarsa energia libera e in secondo luogo sufficientemente
rimbambiti da non capire dove si trovino. Tali elementi dovranno possedere un livello di energia e di volontà cosciente appena sufficienti per permettere di espletare adeguatamente le funzioni assegnate, né più, né meno.

Non avete mai pensato al motivo per cui molti, tornati a casa dal lavoro, non vogliono fare nient’altro che sdraiarsi sul divano davanti alla televisione? Questo tipo di stanchezza oggi è considerato una normalità, ci siamo abituati. Ma una cosa del genere è normale? Certo che no. Il fatto che sia una cosa abituale non significa che sia normale. E non avete mai pensato al fatto che la vita dell’uomo contemporaneo rientri in una forbice che va dai 20 ai 40 anni?

Come giovane specialista di vent’anni non si è utili a nessuno, poiché si manca di esperienza, e passati i quaranta non si è già più utili perché tutto quanto si poteva dare è già stato spremuto. Per lo stesso motivo dopo i quaranta si diventa poco interessanti per l’altro sesso. Di nuovo vien da chiedersi: ma è normale tutto ciò? Ovviamente no. A questo stato di cose ci siamo abituati, questo si, però non si può certo dire che sia questa la norma, anzi,
è evidente che qualcosa proprio non va. Non dovrebbe essere così!

Al sistema fa comodo anche un altro aspetto, il calo demografico. Teoricamente la diminuzione numerica degli elementi di alimentazione dovrebbe essere controproducente per il sistema, comportando essa la riduzione dell’introito energetico che questi stessi elementi apportano al sistema.

Ma qui sta l’inganno: il fatto è che, quando il sistema sarà giunto al massimo della sua evoluzione e si sarà trasformato in “matrix”, i consumatori superstiti saranno già stati a loro volta tramutati in fornitori assolutamente gestibili, in grado di produrre una portata energetica totalmente controllabile e quindi di maggior qualità e più organizzata di quella attuale, che per il momento si giova ancora della libertà di scelta (finché c’è ancora di che scegliere) e di movimento (se non si è ancora sufficientemente zombizzati). Proprio qui sta il fine e il senso della trasformazione in “matrix”.

Di nuovo ci si potrà chiedere: ma se c’è un progetto del genere, chi sta dietro alle quinte? È da un pò di tempo che girano voci intorno a un certo governo mondiale occulto, noto anche come Club di Bildelberg2, di cui farebbero parte le personalità più influenti e ricche del nostro pianeta. Anche questo è un trucco messo a punto dal sistema per deviare l’attenzione della massa. Molti pensano ingenuamente che, per risolvere il problema, basti eliminare questo pugno di “parvenus”, teoricamente indaffarati, nei loro incontri occulti, a pensare ai modi per sottomettere l’intera popolazione mondiale.

Ma non è affatto così. Se si strappano solo le cime delle erbacce che infestano l’orto, le erbacce non spariranno di certo! Anzi, gli uomini al potere sono di fatto marionette del sistema in misura ancor maggiore rispetto ai semplici membri. Questi ultimi, infatti, vengono manovrati dal sistema indirettamente, attraverso la pubblicità, i falsi fini, la disinformazione e le altre fandonie propinate dagli stessi uomini di potere.

Nella società contemporanea non è possibile che qualcuno pensi a qualcosa di globale, come ad esempio scatenare una guerra, e poi finisca per realizzarlo secondo un piano personale. Un banchiere non potrebbe finanziarsi un “divertimento” costoso di questo genere se al potere non arrivasse un certo tipo di lobby, che a sua volta, non arriverebbe al potere se le condizioni non fossero mature per questo stato di cose. Nel nostro sistema attuale tutti i fenomeni sono intrecciati e interconnessi e le loro cause vanno ricercate non nelle condizioni ma a una profondità ulteriore: nel sostrato che genera tali condizioni.

In che modo si realizzano i piani del sistema? In modo molto semplice: innanzitutto attraverso la manipolazione dell’attenzione della massa generale, e in secondo luogo, ancora più banalmente, attraverso l’alimentazione di cui questa massa si nutre.

La manipolazione dell’attenzione è in generale il metodo più efficace di gestione. Non occorre nemmeno intraprendere particolari campagne di propaganda ideologica: basta costringere l’asino a pensare alla carota appendendogliela davanti al naso. L’animale la seguirà ubbidientemente ovunque serva. Il principio è semplice: l’attenzione viene fissata sull’informazione che fa comodo al sistema, cioè deviata da questioni esistenzialmente importanti a favore di cose poco fondamentali.

Posso riportare una massa di esempi sui metodi usati: da una parte si scatenano campagne per la vaccinazione urgente contro epidemie presunte o inventate, dall’altra parte viene ostacolata la ricerca di una soluzione radicale per il problema del cancro, che si acuisce di anno in anno. Ogni volta che si sente parlare di nuovi preparati per la cura del cancro, non si sa se ridere o piangere. Quante “scoperte miracolose” vengono fatte, intanto, però, la gente continua a morire. Il paradosso sta nel fatto che la causa prima e fondamentale del cancro è stata scoperta ancora all’inizio del secolo scorso da Otto Warburg. Di questo, però, ci si è stranamente dimenticati.

Del fatto che la biosfera si sia già realmente trasformata in tecnosfera con tutte le relative conseguenze non si parla apertamente da nessuna parte. L’attenzione viene depistata verso problemi che ancora non sono sorti e non è detto che sorgeranno: il raffreddamento o il surriscaldamento del pianeta, le inondazioni, il 2012…

Curiosamente, le discussioni sollevate dal film “Avatar” hanno avuto come oggetto i suoi effetti visivi, mentre è passato praticamente inosservato l’aspetto della divisione della società in due campi, quello dei sostenitori della tecnosfera e quello dei sostenitori della biosfera, problema che dovremo affrontare in un futuro assai prossimo. Proprio per questo l’Oscar, nel 2010, non è stato assegnato a “Avatar” ma a un film che induceva a pensare nella “giusta” direzione, ovvero: non bisogna temere il sistema ma “l’aggressività degli arabi”. Loro sono la vera minaccia mondiale.

Osservo nuovamente che ciò non significa che i mass media siano diretti occultamente da qualcuno e siano interessati a focalizzare l’attenzione del pubblico verso una precisa direzione. Questo processo avviene spontaneamente, esattamente come succede nella giungla. Tra l’altro, attirare l’attenzione dell’uomo contemporaneo, farcito di ogni tipo di informazione, non è una cosa semplicissima. Come lo si può fare nel modo più facile possibile? Sfruttando temi che spaventano, creano panico o angoscia. Per questo i mass media offrono l’informazione che offrono: non operano consapevolmente ma a livello degli istinti del giornalista.

La manipolazione viene effettuata a livello talmente sottile, invisibile e “naturale” da non destare i sospetti di nessuno. Gli elementi del sistema non avranno il tempo di svegliarsi che si ritroveranno dotati di chip elettronici e totalmente sottomessi, come conigli in gabbia. Solo che i chip non verranno impiantati in testa, sarebbe troppo scontato. La storia dei chip impiantati è l’ennesimo espediente dato in pasto al pubblico per distogliere l’attenzione, per incanalare gli sfoghi liberi della plebe contro un sistema così disumano, che priva l’individuo dei suoi diritti.

In realtà tutto verrà fatto a livello più sottile, più civile, per esempio attraverso la patente di guida o la carta di credito, senza le quali i conigli non potrebbero sopravvivere. Qualcuno spiegherà pazientemente che tutto è stato predisposto per il bene, la comodità e la sicurezza dell’umanità, e la maggior parte della gente, come sempre, crederà a tutte le fandonie sapientemente propinate dal sistema e acconsentirà ubbidientemente ad accettare i “benefici” che esso offre. Gli oppositori, invece, verranno messi alla berlina ed emarginati come reietti e depravati.

Per quanto riguarda il discorso dell’informazione, quindi, è già tutto più o meno chiaro. Ma cosa c’entra l’alimentazione, direte voi. Possibile che sia un mezzo di gestione? Si, lo è ed è uno dei mezzi più facili da usare. Tutto ciò che entra direttamente all’interno di una persona è un gancio per mezzo del quale, in seguito, la si potrà appendere in qualsiasi posto, come se fosse un fantoccio di pezza. Si tratta di un metodo di controllo comodissimo, al contempo “naturale” e occulto, tanto che il “fantoccio” non si accorge di niente e pensa che sia tutto a posto, che le cose vadano così come devono andare.

Tanto tempo fa Bertrand Russell, filosofo e pacifista britannico, scriveva che con l’aiuto di alimenti speciali e di “trattamenti” con sostanze particolari è assolutamente possibile creare un tipo di persone, docili come pecore di un gregge. Ed ecco un esempio concreto: nel 1974 il governo degli Stati Uniti dichiarò che l’obiettivo di ridurre la popolazione nei paesi del Terzo Mondo si poneva come una questione di sicurezza nazionale. In che modo si prevedeva di attuare questa linea politica?

Il segretario di Stato Henry Kissinger, in un memorandum per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, consigliò senza mezzi termini, oltre alla provocazione sistematica di conflitti, l’uso di determinati prodotti alimentari come strumento per ridurre la popolazione. Kissinger era un uomo molto intelligente, il primo dell’elenco dei cento intellettuali di punta del mondo, anche se sbaglio a dire “era”: con i suoi 86 anni è ancora vivo e vegeto, giacchè non si nutre dei cibi che consigliava agli altri, quelli che considerava persone superflue del nostro pianeta.

Non dimentichiamoci che Kissinger, nel 1973, è stato insignito del premio Nobel per la Pace, come anche l’attuale presidente americano (perché il sistema sa a chi deve assegnare tali riconoscimenti) e che è uno dei membri del club Bildelberg.

Ebbene, Kissinger sapeva perfettamente che una società di batterie zombizzate può essere facilmente attratta dalla pubblicità di mangimi per la “matrix”, e che quei pochi che si fossero svegliati e si fossero resi conto della trappola in cui rischiavano di essere attirati, sarebbero stati derisi e in tutti i modi schiacciati da questa stessa società.

Molto prima di questo memorandum, il sistema aveva generato in modo naturale una corrente, l’eugenetica (contenente l’idea di “igiene razziale” e di ridimensionamento del numero della popolazione). I primi esperimenti dei sostenitori dell’eugenetica erano primitivi, disumani, “antidemocratici”, come si usa dire adesso, e trovarono un concreto riscontro nell’ideologia del nazismo e dello stalinismo. Oggi questi metodi non sono spariti, ma vengono attuati in modo molto più raffinato (quasi con eleganza), e occulto, attraverso la chimica e gli organismi transgenici (OGM).

La tecnologia transgenica è una geniale invenzione del sistema. Prende subito due piccioni con una fava: è infatti sia un mezzo per ridurre la popolazione, sia un mezzo per indebolire la sicurezza alimentare di singoli paesi, perché i semi delle piante modificate non germogliano più e di conseguenza la banca dei semi è sempre nelle mani delle corporazioni. È un metodo ideale di manipolazione: non serve neanche scatenare una guerra. +

Il sistema migliora costantemente i suoi metodi. Oggigiorno, la sterilizzazione forzata, linea politica primitiva dei sostenitori dell’eugenetica, solleverebbe ovviamente un’ondata di pubblica protesta. Ma anche questa proposta è da vedere come uno stratagemma per distogliere l’attenzione, una sorta di osso lanciato in pasto alla folla.

I metodi veri, reali, sono altri, e funzionano impercettibilmente e gradualmente, adeguandosi e aderendo all’opinione pubblica e mascherandosi dietro obiettivi apparentemente umani. Un mimetismo di questo tipo ha sempre un’apparenza di pubblica utilità. Si veda ad esempio la modificazione genetica delle piante: teoricamente essa è necessaria e conveniente, in quanto aumenta la produttività ed elimina la necessità di ricorrere ai pesticidi.

Beh, giudicate da soli, detto così è forse un male? Nella realtà dei fatti, tuttavia, si tratta di un mito creato artificialmente dalle corporazioni. I fatti dimostrano che la produttività delle piante transgeniche è molto più bassa, e al posto dei parassiti e delle erbacce di prima ne appaiono degli altri, che non temono nulla e pertanto richiedono nuovi tipi di pesticidi. Nei campi di soia transgenica regna un silenzio di morte: nessun canto di uccelli, nessun ronzio di insetti, nessun movimento di vita, come se queste piante fossero di plastica.

Ma per chi non vede questi spettacoli, mangiar salsicce non fa affatto paura. Non pensa nemmeno che gli ingredienti ottenuti dalla soia transgenica vengano aggiunti praticamente in ogni tipo di alimento: cibi precotti, salumi, prodotti dolciari, latticini, cereali in fiocchi, cioccolato, maionese, salse, bevande, in tutto il cibo della “matrix” che si può comprare nei supermercati. Non ci si fa scrupoli ad aggiungerlo persino negli omogeneizzati. Ma sono in pochi a saperlo, perché le informazioni sono tenute accuratamente sotto riserbo.

La cosa vi stupisce? Oggi come oggi non ci si dovrebbe più stupire di nulla. La realtà delle cose è cinica e brutale, ed è completamente diversa dalla melassa che cola dagli schermi televisivi. Ma se le cose stanno così, direte voi, perché non si conducono studi e ricerche? Gli studi si fanno, ma su ordinazione delle corporazioni che producono gli OGM. I risultati di queste ricerche, come è ovvio, suonano allegri e promettenti: “i transgeni sono assolutamente innocui.”

È probabile che in questo momento degli scienziati mercenari stiano lavorando sodo per dimostrare che sono anche utili. L’unica ricerca indipendente di cui sono al corrente è stata condotta dalla biologa russa Irina Ermakova, ma è stata chiusa in fretta a causa delle conclusioni sconvolgenti a cui stava portando.

Negli Stati Uniti sono state addirittura approvate delle leggi in materia. Una di esse vieta alla popolazione di coltivare frutta e verdura negli orti di casa; un’altra, invece, vieta l’acquisto di prodotti contenenti OGM di una certa marca, così la gente viene praticamente privata della possibilità di scelta: si mangia quello che passa il convento e zitti! Sembra una follia, non è vero? Da questo punto di vista i paesi dell’Unione europea sono rimasti molto indietro. La Russia invece sorpasserà presto l’America.

Quello che non si mangia in Europa, lo scaricano in Russia, come se la Russia fosse una pattumiera. Tra l’altro in Russia, quando si va a fare la spesa nei supermercati, non c’è modo di capire se un prodotto contiene o meno OGM perché i deputati (elementi molto obbedienti e fedeli al sistema), non solo si sono rifiutati di prendere in esame la questione, ma hanno addirittura abolito la certificazione delle merci.

Ritornando agli Stati Uniti, il paradosso è che la politica del governo americano (o del “governo mondiale”, chiamatelo come volete), diretta contro il terzo mondo, si è evoluta con conseguenze impreviste per gli stessi Stati Uniti: un terzo degli americani soffre di infertilità (capite perché gli americani si sono preoccupati tanto quando la procedura di adozione di bambini russi da parte di famiglie americane è stata sospesa?); un altro terzo d’America ha problemi di obesità (e pensare che solo una trentina di anni fa l’America era una nazione in corsa, fissata coi prodotti biologici naturali); infine, un terzo del paese è dipendente da farmaci anti-depressivi.

È una statistica semplice e chiara, e la gente pensa ingenuamente e gaiamente che questo sia la normalità. Nessuno si stupisce del fatto che la sindrome da stanchezza cronica e da stress siano diventati una norma della vita moderna. Anche questo è normale. Non sta succedendo nulla, giusto?

Qual è l’origine di questi drammatici cambiamenti? Il cibo biologico non interessa più a nessuno? Il motivo è molto semplice: il cibo sintetico morto, soprattutto quello del fast food che in America ha avuto una capillare diffusione, causa una dipendenza non diversa da quella causata dalla droga. La popolazione terrestre è composta già da cibo-dipendenti.

Ricordate la storia di Sinbad il marinaio? Un giorno Sinbad e i suoi marinai arrivarono in un paese sconosciuto. Gli abitanti del posto li accolsero con gioia e gli offrirono dei cibi prelibati. I marinai si nutrirono per molti giorni di queste delizie ma col passar del tempo notarono dei cambiamenti: i loro corpi si erano trasformati in carcasse di grasso. Anche la loro coscienza si era progressivamente onnubilata e per questo motivo i disgraziati non riuscivano più a valutare obiettivamente la realtà. Come si venne a sapere in seguito, gli abitanti locali li avevano rimpinguati per farne carne da macello.

Non smetto mai di ripetere che le fiabe e la fiction non esistono senza un fine, ma mostrano tanti aspetti della nostra realtà che o hanno già avuto luogo in un tempo passato o sono di là da venire.

Ecco un altro semplice dato: in questi ultimi anni, negli Stati Uniti, un terzo delle api è morto. Perché succeda questo, nessuno lo sa con precisione. Cause probabili sono lo smog elettromagnetico derivante dalla telefonia mobile, le piante transgeniche, altri processi chimici in atto o forse tutto questo insieme. Cosa significa tutto ciò… che in futuro non avremo più miele? No, ancora peggio: non avremo le piante che vengono impollinate dalle api. E sapete quante sono? Sono come minimo tre quarti di quelle esistenti.

In alcune province della Cina le api sono state direttamente distrutte dai pesticidi e ora le piante da coltura vengono impollinate a mano dai contadini. Ma questo problema non interessa a nessuno. La gente è preoccupata per il mito del 2012, che i Maya hanno inventato tanto tempo fa.

La situazione è davvero sconfortante. L’uomo, credendosi il re della natura, ha scatenato con arroganza uno scompiglio che sta portando alla distruzione di una biosfera unica nel suo genere, formatasi nel corso di milioni di anni. Capite che cosa sta succedendo? È come far entrare una scimmia in un laboratorio di chimica: qualsiasi cosa intraprenda questa scimmia, sia pure da posizioni scientifiche o superscientifiche, finirà comunque in un disastro.

L’idea principale che vorrei trasmettere è che noi non siamo controllati da persone concrete, ma stiamo marciando tutti insieme allegramente e inconsciamente in direzione di una “matrix”, dove ci sarà un controllo totale del sistema. È un processo che avviene sotto l’egida di riforme democratiche e umanitarie, nel quadro di progetti di cooperazione, pace e salvezza dell’umanità, ecc. ecc. Un uomo schiavo del sistema non solo perde la libertà di scelta, ma comincia a volere esattamente ciò che fa comodo al sistema.

Quest’evoluzione, però, prende inizio e si muove in modo autonomo, non intenzionale, in conformità alle leggi di auto-organizzazione di un sistema parassitario, cioè sinergicamente. Pochissime persone vedono e capiscono questo stato di cose.

I signori del club di Bildelberg possono anche pensare di essere in grado di controllare qualcosa, ma in realtà si sbagliano. Il sistema inghiottirà anche loro, e anzi, loro ne saranno le prime vittime. La situazione è da tempo fuori controllo e probabilmente questi signori lo sanno già, dato che sono persone molto intelligenti.

Dunque, la nuova realtà non è più quella di prima e le regole di sopravvivenza non sono più le stesse. La civiltà ha compiuto una svolta radicale, allontanandosi dal suo stato di natura e avvicinandosi a una società di stampo tecnogeno. Questo si coglie molto nelle persone, che non sono tanto individui liberi quanto elementi del sistema, padrone della loro energia e della loro coscienza.

Il Transurfing, come tecnica di gestione della realtà, non funziona pienamente se non si tiene conto di questi cambiamenti. I lettori mi scrivono: “c’è qualcosa che non funziona. Facciamo tutto correttamente ma la realtà non cede, sembra che manchi qualcosa. Cosa manca?” Il Transurfing Vivo parla proprio di questo: la soluzione si trova in una dimensione insolita, lì dove la metafisica s’interseca con il quotidiano. Per vedere e capire quello che normalmente sfugge alle spiegazioni logiche, occorre prima depurare fisicamente, in senso letterale, la coscienza e la percezione, nonché liberarsi di tutti gli stereotipi mentali che ci impone la società. I maghi di un tempo, per spostare il “punto di assemblaggio”, facevano ricorso a mezzi psichedelici.

Transurfing Vivo, invece, propone di diventare lucidi definitivamente, una volta per tutte. Per quanto ne so nel campo dell’esoterismo nessuno ha mai preso in esame la questione della percezione della realtà circostante da questo inatteso punto di vista. Lo stesso fine dei maghi si persegue con un metodo semplice e naturale e non sembra che si possa trattare della stessa chiave, quella che apre la porta dell’illuminazione.

Comunque sia questa chiave è già stata sperimentata e messa in pratica. Nella coscienza avvengono veramente dei cambiamenti notevoli. Si tratta di sensazioni insolite, difficili da trasmettere anche se le definirei dei “rischiaramenti”: si rivela la sostanza intima delle cose, la realtà si presenta in una forma sconosciuta, comincia a mostrarsi così come essa è realmente, tutto diventa chiaro, limpido, come se un velo fosse caduto dagli occhi. Per quanto riguarda l’energia ci si sente leggeri, resistenti, pronti all’azione. Molti dei miei lettori hanno già sperimentato personalmente alcune delle tecniche proposte e anche a loro succede la stessa cosa.

Questo stato si raggiunge in modo semplice e naturale, senza un particolare esercizio fisico, senza pratiche di meditazione o altri tipi di manipolazione del corpo e dell’anima.

Anch’io fino a poco tempo fa non riuscivo a comprendere il motivo per cui, nonostante siano stati scritti tanti libri e il Sapere sia facilmente accessibile, sembra che la ragione capisca ma in realtà non si rende conto di nulla. Il fatto è che c’è un’enorme differenza tra “capire” e “rendersi conto, essere consapevoli”. Alla fine però si scopre che tutto è piuttosto banale: per uscire dal torpore, basta smettere di ingoiare “le pillole” che ti vengono rifilate.

E quando smetti, succede una cosa davvero straordinaria: ti riscuoti dall’allucinazione, ti risvegli in un sogno ad occhi aperti e incominci a comprendere chi sei, dove sei, e cosa ti sta succedendo intorno. Di quali “pillole” sto parlando lo saprete presto. Ora però proviamo a guardare alle questioni già note da un altro punto di vista, non triviale.

Acquistalo adesso: Transurfing Vivo, oltre i confini della matrix, risvegliati dall’incubo.

Transurfing Vivo – Oltre i Confini della Matrix

“Transurfing vivo” – “Transurfing apocrifo”

Il Transurfing vivo è
il Transurfing apocrifo

Il libro “Il Transurfing apocrifo” (Apokrifičeskij Transerfing, edizioni Eksmo 2010), è uscito in Russia qualche mese prima del presente Transurfing vivo.

Quest’ultimo ne è una versione riveduta ed ampliata ha avuto una forte risonanza tra il pubblico dei lettori e ha scatenato un’animata discussione.

Leggi in anteprima alcune pagine del nuovo libro di Vadim Zeland, Transurfing Vivo.

Estratto dal Secondo Capitolo, Il fine: un percorso o un punto d’arrivo?

Vadim Zeland Risponde personalmente ai suoi lettori!

«Negli ultimi otto-dieci anni sono alla ricerca della felicità, del successo e della festa della vita. Dopo aver iniziato a leggere i suoi libri, ho trovato quello che stavo cercando e i primi due mesi era tutto meraviglioso, la vita era diventata magnifica, ero diventato profondamente sicuro di poter scegliere una qualsiasi variante. Ho capito il significato dell’unità dell’anima e della ragione e il mio potenziale energetico era al massimo.

Grazie ai suoi libri sono passato a un nuovo lavoro. Tuttavia dopo un po’ è successo qualcosa, la festa è finita nonostante io seguissi i suoi consigli continuamente, tanto da averli resi abitudinari. Ora non è più come prima: l’importanza interna ed esterna oscillano continuamente, io cerco di trovarmi sempre in uno stato di consapevolezza ma non riesco in alcun modo a ridurre l’importanza; il timore verso il futuro è aumentato, tutto mi sfugge di mano, non posso fare nulla che valga la pena di fare, sento un peso nell’anima…

È come se mi trovassi in coma profondo. La negatività mi si incolla addosso, nonostante io faccia regolarmente esercizio fisico, presti attenzione ai canali energetici e mi nutra di cibi sani e gustosi, che in realtà non mi procurano alcun piacere. Esisteranno dei metodi di programmazione del subconscio che aiutino a uscire da questo stato oppressivo?».

Una delle cause principali dell’apatia è l’assenza di uno scopo nella vita. Quando non si ha nulla cui aspirare subentra un calo di forze e la coscienza affonda in uno stato di sonnolenza. Per contro, quando si ha il desiderio di realizzare qualcosa, l’energia dell’intenzione si attiva e aumenta la vitalità.

Se tutto va male, bisogna trovare un obiettivo e prefiggerselo. Senza uno scopo anche l’esistenza diventa senza scopo, amorfa. Come inizio, lei può prefiggere come scopo se stesso, può decidere di occuparsi di se stesso. Pensi, che cosa le può procurare autostima e soddisfazione? Ci sono molti modi per migliorare se stessi: può perfezionare il suo aspetto, esercitare la sua intelligenza, la sua forma fisica ecc.

Può prefissarsi lo scopo di ottenere un miglioramento sotto uno o più aspetti. Lei sa meglio di tutti che cosa le può procurare soddisfazione. Segua questo fine e allora arriverà anche la gioia di vivere e tutto il resto si sistemerà automaticamente.

«Dopo aver letto il suo libro, mi sono interessato alle questioni che lei tratta. Ne è venuto fuori che io vivo già felicemente secondo i principi del Transurfing, per esempio riesco benissimo a ridurre l’importanza degli eventi. Tuttavia a tutt’oggi non riesco a trovare lo scopo della mia esistenza. Tutto quello che voglio sono desideri piccoli, mercantili, che, detto per inciso, non si accordano molto con quello di cui mi occupo ora.

Teoricamente vorrei viaggiare molto, vivere una lunga vita in perfetta salute, lavorare poco (lavorare non mi piace in generale), avere un buon stipendio, vivere con mia moglie ma avere molte altre donne belle a disposizione, godere di successo nel mio ambiente. In questa prospettiva mi posso rappresentare facilmente. Ma la mia domanda è questa: può tutto ciò essere considerato un fine?

Se sì, viene fuori che dovrei divorziare da mia moglie, lasciare il lavoro dove mi offro tranquillamente “in affitto”, procurarmi da qualche parte un sacco di soldi e comprarmi un biglietto per fare il giro del mondo… D’altra parte, però, anche adesso non sto poi così male… Per farla breve, non so cosa voglio, e per questo ora come ora non so a cosa aspirare. Cosa devo fare?».

Per iniziare dovrebbe fare quello che le riesce già bene e cioè ridurre l’importanza del fine stesso. Perché ha deciso che, senza un fine, non può esserci alcuna esistenza, dato che lei già così non vive male? Si può benissimo vivere tranquillamente, senza scervellarsi troppo a ricercare i propri fini in categorie di “alta levatura spirituale”.

Se invece proprio vuole ricercare la sua strada, faccia riferimento alle basi del Transurfing. Per definizione, il vostro obiettivo, è ciò che renderà la vostra vita una festa. Il quadro che lei ha descritto si presenta veramente come una festa. Ma cosa potrà portarla là? Spaccarsi la testa, cioè cercar di “calcolare” il proprio scopo per vie logiche è inutile.

La soluzione deve arrivare da sola, nell’unità della ragione e dell’anima, quando l’anima incomincia a cantare e la ragione comincia a fregarsi le mani per la soddisfazione. Affinché la soluzione arrivi, basta solo proiettarsi in testa la diapositiva della festa e osservare la realtà.

A un certo punto si accorgerà che dal nulla si affacceranno nuove opportunità, si apriranno quelle porte che la condurranno alla sua festa. Oltrepassi queste porte, continui a proiettare la sua diapositiva, e ancora una volta osservi quello che succede. Si immedesimi nella realtà della festa ed essa l’accompagnerà sempre.

«Il fine deve essere uno solo, globale? Oppure si possono anche avere fini modesti?».

Se lei riesce a creare e a proiettarsi sistematicamente in testa una diapositiva plurifinalizzata o alcune diapositive singole, non c’è problema, è lei il padrone della sua realtà. Può prefissarsi tutti i fini che vuole, o, più precisamente, tanti fini quanta sarà la pazienza che lei avrà per lavorarci sopra. Con i fini a lungo termine bisogna veramente lavorare sodo.

Mentre con i fini a breve termine, o istantanei, come per esempio quello di un autobus da far arrivare o un parcheggio da trovare basta solo andare a prenderseli, letteralmente come si fa quando si va all’edicola per comprare il giornale, senza un attimo di esitazione e senza dubitare di trovarlo. Beh, se poi non lo trovasse, l’importante è che non si faccia prendere dall’irritazione e che sappia rinunciare al fine con serenità. Non si dimentichi il principio della coordinazione dell’intenzione. Chi lo sa da quali potenziali problemi si è salvaguardato?

«Purtroppo, non riesco a realizzarmi in attività creative e più precisamente non riesco a trovare quell’attività che possa trasformare la mia vita in festa. Per quanto banale possa suonare, il mio obiettivo è il benessere materiale o in altre parole, l’indipendenza finanziaria. Mi sono creato la diapositiva del fine e so cosa voglio ottenere in questa vita: macchine, casa di lusso, viaggi, yacht… Sono attivamente alla ricerca di tutto ciò che è legato all’oggetto del mio benessere, e allo stesso tempo mi ritrovo a pensare alla mia costante mancanza di denaro per poi riprendere a cercare ancor più attivamente i modi per guadagnarlo.

Il problema è che sarei felice se avessi in tasca denaro sufficiente per mangiare nei miei ristoranti preferiti, rilassarmi con gli amici nei migliori locali notturni della città, vestirmi in boutique costose e darmi alla pazza gioia. Visualizzo tutto ciò ma non vedo alcun risultato. Anzi no, qualcosa c’è! Vedo che il mio mondo si preoccupa per me, questo non posso negarlo, ma sul piano delle finanze non tutto va come voglio io… Come si può uscire da questa fossa di reddito medio basso?».

Lei è alla ricerca di “un’attività che possa trasformare la sua vita in una festa”, ma non deve cercare un’attività sibbene concentrarsi su ciò che lei vuole ottenere come risultato. La festa della vita, del resto, può essere benissimo un fine, perché no? È un fine più che dignitoso. Proprio qui deve concentrare la sua ragione, così poi l’intenzione esterna stessa le offrirà un’adeguata attività. Dovrà solo tenere gli occhi ben aperti per non farsi sfuggire le porte che si apriranno.

Il suo problema è che lei non riesce a liberarsi dal pensiero: in che modo otterrò tutto ciò? Nessuno lo sa e nessuno lo può sapere. La ragione si deve abituare al fatto che la soluzione di questo problema non è affar suo. Il compito della ragione è quello di proiettare sistematicamente la diapositiva del fine, proprio quel quadro che lei hai disegnato.

Si viva questa vita virtualmente, però non lo faccia per finta, come amano fare i bambini e i sognatori, ma con la ferma convinzione che prima o poi tutto ciò sarà tradotto in realtà. Non si preoccupi di come e quando questo quadro verrà materializzato. La realtà si adeguerà inevitabilmente ai suoi pensieri, non ha altro scampo!

Infatti, lei ha a che fare con uno specchio. Per il momento, però, i suoi pensieri sono interamente assorbiti dalla ricerca di una risposta alla domanda: come? Proprio quest’infruttuosa ricerca si riflette nello specchio del suo mondo.

«Il mio problema è che non ho alcun fine. E non riesco nemmeno a disegnarmelo o a elaborarlo, per quanto fortemente mi stia sforzando. D’altra parte non voglio prendere a prestito e impormi qualche bella immagine (altrui). Ho sempre avuto paura di pensare a desideri globali. E sa perché? Perché non avevo mai la piena sicurezza che questi desideri mi servissero veramente al momento di essere esauditi.

Per questo motivo ho sempre nuotato passivamente seguendo la corrente. L’opzione “rompere con il solito per superare se stessi” mi è sempre stata estranea. Ho scelto per me stessa un cammino passivo. E la mia domanda è che non so proprio come procedere (seguendo la sua teoria), se non riesco fin dall’inizio a compiere il primo passo, ovvero: definire il mio scopo. Sono d’accordo con i principi di movimento lungo la vita. Ma come devo comportarmi se ho già 33 anni e non ho ancora un mio obiettivo?

Non solo, sono arrivata al punto di reagire agli stimoli del mondo in modo “ottuso”, utilizzando parametri del tipo: “la situazione mi crea disagio o no”. Sono stata per due mesi senza lavoro (ho lasciato il mio posto perché mi aveva annoiato tutto quello che facevo). Ora ho un lavoro nuovo, che pare offrire delle prospettive (ed era proprio quello che sognavo, prima di lasciare il mio lavoro precedente), tuttavia mi turbano le mie sensazioni di “disagio”.

Tra l’altro mi rendo conto che se guardassi alla situazione in modo diverso, queste sensazioni sparirebbero. Ma in questo caso compirei uno sforzo e cambierei intenzionalmente il mio modo di rapportarmi alla situazione. E allora come la mettiamo con il discorso di “ascoltare la propria anima”? Insomma, ho una gran confusione in testa».

Primo errore: non bisogna “sforzarsi di disegnare o elaborare in qualche modo il proprio fine”. Lei infatti non sarà in grado di raggiungerlo con gli sforzi della mente fino a quando non comprenderà, quanto meno in caratteri generali, cosa vuole dalla vita.

Secondo errore: non c’è bisogno di “costringere se stessa a guardare alle situazioni in modo diverso”. La confusione risiede nel fatto che un cambiamento consapevole di atteggiamento deriva dal principio della coordinazione dell’intenzione: grazie a questo principio lei, con la sua volontà di Arbitro, può trasformare un qualsiasi evento negativo in positivo, quasi fingendo che ciò possa andare a suo vantaggio.

Così facendo lei cambia il suo rapporto verso l’evento, giacché sa che a seconda della sua scelta al bivio finirà per capitare o su una diramazione favorevole della linea della vita o su una sfavorevole. Per contro, cambiare il modo di rapportarsi alla situazione è effettivamente assurdo e proprio per questo lei non vuole farlo. E perché mai, infatti? Così facendo, lei dovrebbe, ad esempio, costringersi ad amare un lavoro che non le piace.

Cosa fare con la sensazione di disagio in una situazione, cioè, in una realtà, che continua a essere in atto? Consiglio di concentrarsi su come lei vorrebbe vedere questa realtà, trascurando tutto ciò che le provoca disagio. Facciamo un esempio: su di lei, al lavoro, fanno ricadere delle responsabilità che a lei non piace avere, nonostante il suo lavoro, in generale, la soddisfi.

Come comportarsi in una situazione del genere? Si crei nei pensieri una realtà virtuale in cui lei esegue solo quelle funzioni che vuole eseguire. Focalizzi l’attenzione su quello che le piace, e guardi il resto “con gli occhi socchiusi”, cercando di darsi in affitto per un tempo sufficiente. Prima o poi la realtà effettiva si conformerà alla diapositiva che lei ha creato, e le responsabilità indesiderate “cadranno” da sole. In che modo, lo vedrà. Così funziona lo specchio del mondo. Verificato.

«Per quanto tempo una persona può non riuscire a trovare il proprio fine? Un anno, due, dieci? Per quanto mi riguarda, mi va tutto va bene, non ho problemi, ma sullo sfondo di questo benessere generale non riesco a cogliere l’esultanza dell’anima verso qualche fine esistenziale. Vedo tutto come non mio. So che solo io posso trovare il mio obiettivo, e so anche che ci si deve permettere di vivere per un po’ di tempo anche senza un fine.

Ma quanto può durare questo periodo di tempo? Forse anche vent’anni, o cinquanta? Mi rendo conto che questa “perfida” ragione non è in grado di rilassarsi tranquillamente e mettersi ad aspettare. E che è proprio la ragione a inoculare l’angoscia e la paura di restare senza un fine. Anche se ora nella mia vita tutto è a posto, non mi dà tregua il desiderio di definire il mio obiettivo. Ho voglia di trovare questa festa dell’anima di cui si parla. Forse esistono altri modi per definire l’obiettivo della mia vita?».

[I testi virgolettati in corsivo che si riportano nei vari capitoli, sono lettere (o stralci di queste) scritte da persone di diverso background culturale e pertanto con diverse capacità espositive. Nella traduzione si è cercato di rimanere quanto più possibile fedeli all’originale, mantenendo anche certe incongruenze nel contenuto o nella consequenzialità dell’esposizione degli eventi; N.d.T.].

Indice del libro

  • Capitolo I – Ci siamo risvegliati in un’altra realtà
  • Capitolo II – Il fine: un percorso o un punto d’arrivo?
  • Capitolo III – Il Credo dell’Arbitro
  • Capitolo IV – Il mondo dei sogni
  • Capitolo V – Buongiorno, compagni cyborgs!
  • Capitolo VI – I parassiti della coscienza
  • Capitolo VII – Parliamo di sesso
  • Capitolo VIII – Un bicchier d’acqua
  • Capitolo IX – La seconda civiltà
  • Capitolo X – Un passo fuori dai ranghi
  • Capitolo XI – La meccanica dell’invecchiamento
  • Capitolo XII – Una minaccia occulta
  • Capitolo XIII – I parassiti del corpo
  • Capitolo XIV – Gli architetti della “matrix”
  • Capitolo XV – L’acqua viva
  • Capitolo XVI – Un diapason di cristallo
  • Capitolo XVII – L’aria viva
  • Capitolo XVIII – E ancora “Avanti nel passato”
  • Capitolo XIX – L’arretramento del processo di invecchiamento
  • Capitolo XX – Un Sapere non per tutti
  • Capitolo XXI – Il cibo vivo
  • Capitolo XXII – L’energia d’intenzione
  • Capitolo XXIII – L’intenzione di salute
  • Allegato 1 – Principi di base per aumentare il potenziale energetico
  • Allegato 2 – Ricette sistematizzanti
  • Allegato 3 – Fatti poco conosciuti
  • Allegato 4 – Domande inevitabili
  • Allegato 5 – Le caratteristiche distintive dei vegetali e dei prodotti di origine vegetale
  • Allegato 6 – Intervista personale
  • Allegato 7 – Glossario dei termini
  • Bibliografia

Acquistalo subito, un libro di 480 pagine, un vero tutorial per applicare il transurfing,

Transurfing Vivo – Oltre i Confini della Matrix – Libro

Risvegliati dall’incubo!

Vadim Zeland
Macro Edizioni – Maggio 2012 – Pg. 480
Tipo: Libro

La realtà in cui viviamo non è la stessa di qualche decennio fa e le regole di sopravvivenza sono…

Transurfing Apocrifo

Intervista con Vadim Zeland presso la casa editrice ЭКСМО sul nuovo libro “Transurfing Apocrifo”*.

*Transurfing Apocrifo è stato tradotto in italiano con il titolo Transurfing Vivo.

Trad. dal russo di Luciano Gianazza

Da dove viene il titolo: “Transurfing apocrifo”?

Apocrifi sono chiamati i testi non canonici i cui contenuti deviano dalla dottrina ufficiale, e sono quindi rigettati dalla chiesa. L’insegnamento viene escluso quando rompe gli stereotipi convenzionali e diventa “scomodo”. Allo stesso modo, alcuni aspetti che sono enunciati nel Transurfing possono essere scomodi (indesiderati). Chiaramente, il libro sta raccogliendo più controversie e risentimento che accettazione ed approvazione. Ed è già evidente dalle reazioni di coloro che lo hanno letto.

Ma come, hai già dei feedback negativi?

Oh sì, ed è molto gratificante. Significa che i miei sforzi hanno raggiunto il loro obiettivo. Un libro può essere considerato un successo se raccoglie sia sostenitori che oppositori ardenti. Andare bene e senza intoppi accade solo nel vuoto. Quindi, gli attacchi mi rendono felice non meno delle recensioni entusiastiche.

Continua a leggere

Felice Anno Nuovo

di Luciano Gianazza

Questo è il periodo in cui ci facciamo gli auguri di Natale, richiamando alla nostra memoria inviti ad essere buoni, che dimentichiamo ritornando alle normali attività quando le feste sono passate.

Alla fine di ogni anno esprimiamo desideri come un futuro migliore, una condizione economica migliore, una vita affettiva soddisfacente, ma, come ogni anno, la vita continua più o meno come negli anni precedenti, salvo alcune eccezioni.

Il motivo è che esprimiamo desideri con la mente, non con tutto noi stessi e mentre esprimiamo un desiderio non siamo veramente sicuri che si avvererà, e per quanto ci sforziamo mentalmente di imprimere il desiderio, appena togliamo lo sforzo un fievole ma insidioso pensiero si presenta dicendoci che sarebbe bello se si avverasse, e perdiamo all’istante la nostra certezza. Continua a leggere

Intervista a Vadim Zeland – maggio 2007

Vadim Zeland – maggio 2007

Traduzione dal russo di Luciano Gianazza.

La serie di libri “Transurfing Reality” è un bestseller già da molti anni. L’autore — Vadim Zeland — il fondatore di una nuova scuola di filosofia pratica, che è uno scienziato che in passato ha studiato fisica quantistica, ha concesso la seguente intervista.

Inizia l’intervista a Vadim Zeland: Cos’è il Transurfing?

In generale, questa è la tecnica del sogno lucido durante lo stato di veglia. Svegliandoti in un sogno, acquisisci la possibilità di subordinare al tuo volere lo svolgimento degli eventi e fare cose incredibili, come volare. Imparare a volare in realtà per la persona media è quasi impossibile, ma ottenere il controllo degli eventi nel corso della vita è abbastanza fattibile. La realtà ha due forme: fisica, che è possibile toccare con le mani, e metafisica, che si trova al di là della percezione, ma non meno oggettiva.

In un certo senso il mondo è uno specchio duale senza confini, su un lato del quale abbiamo l’universo materiale, e sull’altro si estende uno spazio metafisico di varianti – la struttura di informazioni che memorizza tutti i possibili scenari degli eventi. Il numero di possibilità è infinito. C’è registrato tutto ciò che è stato, è e sarà, e da lì arriva a noi tramite sogni, chiaroveggenza, conoscenza intuitiva e realizzazioni. Un uomo incantato dallo specchio della vita, ritiene che esso rifletta l’unica effettiva realtà.

L’effetto specchio crea l’illusione che il mondo esterno esista di per sé e non può essere gestito. Come risultato, la tua vita diventa come un gioco in cui le regole non sono stabilite da te. Naturalmente ti è consentito fare qualsiasi tentativo di influenzare ciò che accade. Ma ti manca la cosa principale – non ti hanno insegnato i trucchi per diventare quello che lancia i dadi.

Tuttavia se ci si scrolla di dosso la delusione e ci si guarda intorno, cominciano a succedere cose incredibili. E’ come uscire dal flusso degli eventi e trovarsi al centro di un caleidoscopio gigante, che ti ruota attorno proiettando le facce della realtà. Tu sei parte di questa realtà, e al tempo stesso, esisti separatamente, in modo indipendente.

Come sei arrivato a questa conoscenza?

La svolta decisiva avvenne quando capii che casino avevo fatto della mia vita. Dopo essere passato attraverso un processo lento e laborioso, si è aperta una sorta di canale attraverso il quale scorrevano le informazioni. La conoscenza dei principi della gestione della realtà mi è arrivata tramite un canale trascendente da cui continua ad essere trasmessa.

Parlaci della tua scoperta più interessante nel Transurfing?

Ciò che piace di più è il principio del coordinamento delle intenzioni. La vita umana, come qualsiasi altro movimento della materia, è una catena di causa ed effetto. Ogni evento nella linea della vita ha due diramazioni nello spazio delle varianti – una positiva e una negativa. Ogni qualvolta che ti trovi di fronte a un evento, effettui una scelta. Se consideri un evento positivo, vai a finire in un settore favorevole della linea della vita.

Tuttavia, la tendenza alla negatività spesso ci conduce a esprimere insoddisfazione e a scegliere la direzione negativa. La successione dei problemi non sarebbe il guaio peggiore, ma come ti rapporti con essa. Se per contrasto preferissi considerare l’apparente evento negativo come positivo, allora tutto sarebbe diverso. Si potrebbe pensare che si tratta di ordinario ottimismo e che non c’è nulla di nuovo qui.

Tuttavia, anche se fossi almeno tre volte più ottimista, non riusciresti in ogni circostanza a mantenere il buonumore, se sei sano di mente. L’ottimista spera solo che tutto vada bene, ma lo fa inconsciamente, perché quella è la sua natura. E se io fossi un pessimista, come questo è il caso, che posso fare? Come  si può convincere qualcuno con il trito e ritrito “andrà tutto bene”? Se capita una grossa noia, dichiarando tale “tutto andrà bene” capovolgerà la situazione.  Funziona al cento per cento – tutto alla fine andrà bene. Sono io che dirigo la realtà è non  viceversa.

Pensi che ora io sia un altro? Non del tutto – ho cambiato il mio atteggiamento, pur restando me stesso – sempre lo stesso pessimista. Ma formando il pensiero intenzionalmente, attuando il meccanismo delle intenzioni esterne che opera dal retro, il lato metafisico dello specchio duale. Come risultato, la variante si materializza, si incarna nella realtà.

Parlaci della scuola del Transurfing

Ci sono leggi oggettive, seguendo le quali quale una persona sviluppa gradualmente nuove regole di vita e raggiunge nuovi risultati. L’essenza di queste leggi è semplice: conoscenza – pratica – comprensione. Dopo aver letto il libro, si ottiene la conoscenza che però senza l’applicazione pratica alla fine verrebbe persa. Il passo successivo – si inizia a praticare la conoscenza acquisita. Come risultato avviene infine la comprensione. Gli studenti acquisiscono passo dopo passo le abilità e le mettono in pratica, riconoscendo la differenza tra il desiderio e l’intenzione.

Come vedi l’uomo moderno?

Il vantaggio dell’uomo moderno è che ha accesso ad una vasta rete di informazione e di telecomunicazioni. E in questo risiede la sua vulnerabilità. Nel corso degli ultimi anni questa rete ci ha portato un gran numero di nuove dipendenze: il cibo è stato trasformato in mangime che causa l’obesità, sono stati creati giochi di realtà virtuale,  esiste ora la dipendenza da Internet, senza telefoni cellulari le persone soffrono di periodi di depressione e solitudine. La cosa peggiore per un uomo schiavo del sistema è che perde non solo la libertà di scelta, ma comincia a volere esattamente ciò che il sistema provvede. Così è come Matrix viene costruita. E tu pensavi che fossero fantasie?

Che cosa dovrebbero realmente fare le persone?

Osare di essere se stessi. Il vero successo viene perseguito da quelli che osano. Quando un gruppo di persone inizia a pensare e ad agire in una direzione, questo non passa inosservato. Ogni struttura (Stato, impresa, comunità) forma un pendolo che torreggia su di essa come sovrastruttura di energia. La struttura è controllata da un pendolo, così come il lavoro di un meccanismo automatico è controllato da algoritmi. I membri della struttura sono in grado di eseguire azioni arbitrarie, ma non sono liberi nelle loro motivazioni e sono costretti inconsciamente ad agire nell’interesse generale della struttura.

Non si può dire che i pendoli siano una forza del male. Sono più simili alle piante parassite o a qualche programma pseudo-senziente, che, essendo integrati nella struttura, ne determinano il comportamento. Il pericolo è che partecipando a un pendolo qualsiasi, l’uomo diventa suo schiavo, si perde e cessa di capire chi è e cosa vuole. In parole povere, ogni volta si deve essere consapevoli di quello che si sta facendo e perché.

Se la società imparerà a fondo il Transurfing che cosa l’attende?

Il Transurfing, la conoscenza, non è per tutti. Essa accetta solo quelli che sono in grado di svegliarsi. La maggior parte delle persone sono in un sonno profondo, anche se pensano di essere svegli. Ciò che veramente ci attende nel futuro, nessuno lo può prevedere. Non possiamo credere né agli scienziati né ai chiaroveggenti. Nello spazio di informazione c’è un numero infinito di varianti del futuro. Il veggente vede solo una delle tante combinazioni.

Non c’è alcuna garanzia che quella combinazione faccia parte del settore delle informazioni che verranno attuate. Ma se uno crede nelle previsioni di altre persone e prende sul serio i sogni, involontariamente persegue una forma pensiero che può realizzarsi. Otteniamo sempre esattamente ciò in cui crediamo.

Come possiamo vivere bene?

Devi prestare attenzione a cosa sta succedendo nella tua testa – osservare ciò che pensi. Il mondo è uno specchio, e in quanto tale non invia di per sé pensieri negativi, può solo rifletterli. Correggiti ogni volta che parli e pensi che le persone intorno a te sono cattive. Ora che sai come la realtà è collegata ai tuoi pensieri, scendi giù in strada e pensa di esserti svegliato in un sogno. Tutto ciò che sta accadendo intorno è un “sogno”. Tutte le persone, te compreso, sono dei sognatori. Solo che ora la tua storia è fuori dal sogno. Sei sceso in platea a vedere dall’esterno cosa succede sul palco. Il sogno non ha più alcun potere su di te.

Regole di Vadim Zeland

Non credo che la vita umana possa essere migliorata con la rivelazione dei “dieci segreti del successo”. Anche perché, se non altro, ad ogni persona occorrerebbe una serie individuale di questi “segreti”. Le regole generali per la gestione della realtà secondo i concetti del Transurfing possono essere formulati come i “sette principi dello specchio”.

  1. Il mondo, come uno specchio, riflette il tuo atteggiamento.
  2. Il riflesso si forma nell’unità di anima e mente.
  3. Lo specchio della dualità riflette con un ritardo.
  4. Lo specchio rileva il contenuto delle relazioni, ignorandone la provenienza.
  5. Non pensare a quello che non vuoi, ma a ciò che ti stai sforzando di raggiungere.
  6. Lascia andare la presa e permetti al mondo di muoversi con le varianti attuali.
  7. Percepisci qualsiasi cosa come un segnale positivo.