Con la crisi il lavoro in alcuni settori ha subito una bella contrazione e a me è successo di non riuscire più a riscuotere i compensi di un lavoro svolto un anno e mezzo fa pari a circa 1000 €.
Non c'era proprio verso di averli e pensare che il datore di lavoro è uno serio, che conosco da tempo, perciò il dispiacere era doppio. Mi dispiaceva soprattutto da un punto di vista umano che non mi dicesse una parola in proposito, neanche per spiegare e che non rispondesse neppure alle email o alle esplicite richieste. A un certo punto mi è parso un po' troppo menefreghista e il pensiero mi ha infastidito parecchio. Oltretutto all'atto pratico i soldi erano necessari.
Quindi a un certo punto avverto una spece di 'clic' interiore, perché mi ero stufata di stare lì appesa ai comodi di un altro. Di punto in bianco ho deciso che li avrei chiesti per un'ultima volta, dicendogli serenamente ma fermamente cosa pensavo. Senza drammi ne' insulti, ne' minacce. Solo serena, quasi distaccata esposizione dei fatti effettuata al solo scopo di liberarmi di un pensiero che sottotraccia impegnava le mie energie. Intimamente decido che, se va bene ottimo, se no va bene lo stesso e mi rassegno ad aver perso quel denaro. In ogni caso non avrei comunque voluto essere ostile a una persona verso la quale comunque provo ancora un senso di amicizia e gratitudine per le opportunità e l'aiuto dati in passato.
Scrivo un'email, lasciando volare così con un palloncino il mio problema e gliela invio.
Risultato: nel giro di un giorno mi risponde, si scusa e mi paga.
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