Ciao,
Provo a risponderti con il descrivere la scelta che ho fatto circa un anno fa, non ricordo precisamente la data.
Ho visto alla tv un filmato che mostrava il sistema di allevamento intensivo dei polli.
La parte più cruda della visione è stata il vedere tutti quei pulcini gialli come batufoli di cotone sul nastro trasportatore, sballottati fatti cadere in altre sezioni del nastro spazzati da mani che li rovesciavano in contenitori di plastica.
Il tutto fatto con una logica fredda e disumanizzata. Uno schifo.
Venendo io da una famiglia contadina che ha sempre posseduto galline e avendo osservato attentamente il loro comportamento in stato di libertà, ai mie miei occhi è parso un peccato gravissimo alla vita e alla Natura.
Da quel giorno ho deciso che non avrei più mangiato carne di pollo per tutta la mia vita per rispetto a quegli animali torturati e privati della propria esistenza naturale.
Solo in Nepal lo schifo tornandomi alla mente si è attenuato, vedendo con i miei occhi ancora una volta l'esistenza di galline allo stato brado.
In nepal le galline come del resto avveniva a casa mia non hanno un pollaio prigione.
Le mie per passare la notte salivano sull'albero in cortile.
Se ti si presenta la possibilità di osservare un gruppo di galline con il gallo liberi, perdi pure un pò del tuo tempo ne rimarrai meravigliata dal loro comportamento.
Si può imparare parecchio.
Devi agire in modo tale che tu possa scegliere quello che non desideri senza rimuginare troppo sui fatti accaduti pena il rimanere intrappolata nella negatività del fatto stesso.
Ho avuto questo pensiero: voi allevate le galline in questo modo per nutrire me, voi, mio figli, i vostri figli e la società in generale, be io personalmente ne resto fuori.
Spero di aver dissipato un pochino di nebbia sopra al problema.
O tolto il mattone dalle fondamenta, come dice Zeland.
Non sò se ho agito nella regola precisa del transurfing comunque la scelta fatta mi ha portato poi dopo mesi a vedere nuovamente le galline nel loro ambiente naturale. Provando gioia.
Fabio