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Dolore post trattamento? Per comprenderne l'origine è necessario procedere con calma e precisamente parlando di san compenso e di cosa c'è da sapere prima di cominciare il volo sulla cattedrale alla ricerca dei punti terapeutici da trattare.
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Acceso il televisore interno? Audio e video ok?
In apertura di post troviamo l'immagine di più navi alle quali tramite cime sono ancorati dei pesi.
I pesi rappresentano i compensi ovvero quello stato di tensione muscolare più o meno strutturato che si crea quando un movimento articolare qualsiasi non avviene più in modo fisiologico.
Qualche muscolo non lavora più come dovrebbe e qualcuno lo fa al suo posto supportando un doppio lavoro, quello che già gli compete naturalmente sommato a quello del compare muscolo fuori uso.
In realtà che si alterano sono porzioni di muscoli, precisamente quelle individuate lungo determinate linee di tensione, sovrapponibili a quella griglia esagonale che identifico come Mappa Gravitazionale. La somma dei pesi è quello stato di tensione che mantiene la nave tirata verso il basso, il dolore!!!
Poi arrivano le forbicine che rappresentano l'intervento terapeutico, mano a mano tagliano le tensioni, permettendo alla nave di riemergere e navigare più leggera. Ma cosa succede se non tagliamo tutte le cime-compenso?
Come nell'immagine d'apertura la nave impenna e compare una delle potenziali cause di dolore post trattamento, non abbiamo eliminato tutti i principali compensi e relative tensioni ne raggiunto un nuovo equilibrio. Anche questo può far parte di un normale iter riabilitativo. Portiamo a nostro vantaggio questa situazione.
La nave dolore si farà sentire con particolare intensità laddove le zavorre non sono ancora state mollate, in quanto se prima la tensione era ripartita su più funi, ora si trova a fare forza in un solo punto della struttura con maggior intensità.
Nella valutazione strutturale della seduta successiva si porrà attenzione ad un problema che ora è focalizzato in una zona del corpo, possibile causa principale dello stato fisico alterato o comunque ulteriore indizio per poterlo portare in superficie e sottoporlo a trattamento fisioterapico. Spesso all'inizio si lavora sulla massa, nel caos di contratture iniziali difficilmente riusciamo, tranne grandi fisiotransurfer, ad individuare gli addensamenti fasciali principali, rilasciati i quali, in un effetto domino, fanno cedere anche gli addensamenti secondari, spesso responsabili più del sintomo che della causa.
Nelle battute successive, una volta riusciti a diminuire lo stato di tensione della struttura, sarà più facile individuare i punti alterati perché saranno quelli che chiameranno a più alta voce. Parola di fisiotransurfer
...per chi non fosse ancora svenuto e volesse approfondire...
spesso accade che liberato un livello di tensioni, dopo un periodo di miglioramento, nella sua risalita la barca subisca un nuovo arresto, la persona trattata può riferire - Si meglio, però un po' il fastidio è tornato - oppure, in modo più simpatico - Il mugugno è di nuovo lì, un po' meno...ma c'è, perché? Ce l'ha con me? -.
Per poter veramente galleggiare sulla terra libero da sofferenze, il corpo si deve liberare da tutte le zavorre, senza aver paura di andare a scomodare vecchi traumi o acciacchi, che apparentemente risolti in realtà continuano a condizionarne la funzionalità.
Nell'ultima immagine ho riassunto e riportato quella che rappresenta la situazione più frequente.
Un mix delle due situazioni precedenti ovvero sia un lavoro dell'oggi diminuendo nel possibile quei compensi che determinano la sintomatologia attuale, sia un lavoro temporale, viaggiando a ritroso nel tempo alla ricerca di accidenti, posture errate o sforzi che hanno minato, tanto tempo fa la nostra salute.
Può essere stato il potere della goccia che nel tempo ha bucato il marmo, ogni tanto bisogna controllare i rubinetti e le tubature, oppure la crepina nel muro, che a forza di scosse ha aperto una voragine, ogni tanto bisogna stuccare e quando necessario programmare una progressiva ristrutturazione di cui abbiamo il diritto e dovere di esserne protagonisti attivi.
Ecco un caso clinico tipo, immaginatelo come in una progressione temporale, una distorsione che porta a un errato carico sulle due gambe con un errato utilizzo del bacino che nel tempo porta alla comparsa di una sciatalgia da sforzo errato di un emulato corporeo che poi fiorisce in un mal di schiena.... Tutto ciò può accadere nell'arco di dieci anni come di un mese. Per tale motivo è corretto, nell'analisi di un caso clinico sondare il corpo partendo dal mal di schiena di oggi per arrivare al primo tassello ancora attivo, la distorsione di caviglia. Come il titolo del libro di Vadim Zeland "Avanti nel passato".
Per info sul libro
Http://www.transurfing.it/forums/viewforum.php?f=3" onclick="window.open(this.href);return false;
Caro Luciano ho postato qui questo scritto per renderne partecipi te e gli altri transurfer, ho usato il titolo del libro di Zeland e in finale ho messo il link che porta a questo forum perchè mi piaceva collegare l'articolo che ho messo nel mio blog con quello che è il mondo del transurfing e fare da ponte in questa direzione, anche per capire di cosa si parla.
Lascio anche il link dell'immagine relativa all'articolo
http://fisiotransurfer.com/2014/06/15/a ... /#more-460" onclick="window.open(this.href);return false;
Ottima vita...alle tue doverose scelte e consigli da padrone di casa
Rabbireb
Transurfing Studio e Applicazione ⇒ Alcune considerazioni sui compensi miofasciali del corpo
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