E la cosa mi ha veramente amareggiato,
cioè se provo senso di colpa (ed io ne vengo proprio maciullato
a volte per sciocchezze anche molto banali) questo si trasforma
in una forza autodistruttiva,solo che,
si può compiere ogni tipo di cattiveria e se non si prova senso di colpa,
si passa liscia come se niente fosse.
Lo sò che devo abbandonare il concetto di giusto e sbagliato,ma
la vita è sacra e non credo si possa far de male a qualcuno e
se non si prova senso di colpa passarla impunemente.
il finale del capitolo poi,sembra un inno al menefreghismo...
Help.
Senso di colpa ⇒ appena letto capitolo sul senso di colpa
I sensi di colpa veramente rendono debole l'individuo. Liberarsene è importante e una sezione su questo soggetto può essere utile.
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Anche i grandi delinquenti possono avere sensi di colpa nel loro intimo, naturalmente inferiori al loro grande egoismo. Avere sensi di colpa significa distinguere tra bene e male e chi può farlo è giusto che paghi quando sgarra. Chi non può farlo è perchè non è in grado, come per esempio uno psicopatico grave. Perchè dovrebbe pagare per la sua natura? E' giusto che la società si difenda da loro ma se questi sono nati così dagli almeno il beneficio di una calma piatta in fatto di karma. Io ho letto che il lavoro psicologico che viene fatto per recuperare persone disturbate che hanno compiuto delitti efferati senza apparentemente provare rimorso, tende a far acquisire loro una certa empatia verso gli altri, se non c'è immedesimazione non può esserci senso di colpa e quindi neanche recupero. Zeland non dice che si debba tendere verso questa mancanza di sentimenti (e non potremmo comunque se non siamo fatti così) nè che sia bello, semplicemente la sua è una presa d'atto.
Un salutone
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Però a questo punto risulta un'ingiustizia contro chi invece lo prova il senso di colpa.
Cmq credo tu abbia ragione,come dice che una legge fisica sia semplicemente un
prenderne atto,così anche il senso di colpa.
GRazie mille Armonia.
Cmq credo tu abbia ragione,come dice che una legge fisica sia semplicemente un
prenderne atto,così anche il senso di colpa.
GRazie mille Armonia.
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Qualche giorno fa ero per strada e all’improvviso mi è venuta l’ispirazione di comprare un gratta e vinci, non lo faccio d’abitudine per non crearmi un pendolo del gioco e poi penso sempre che l’intenzione esterna penserà per me il modo di farmi avere le risorse, a me compete solo la determinazione ad “avere” il mio obiettivo finale. Però quando sento un particolare trasporto, come un comando interiore, un flash fulmineo: fai questo!, beh! Ho imparato a dargli retta (fruscio delle stelle del mattino…) e quindi mi sono diretta verso la tabaccheria dicendomi con tranquillità e decisione: “Vado a prendere il mio biglietto vincente”. Non mi sono posta l’obiettivo della cifra per non sovraccaricarmi di aspettative e quindi disperdere l’energia in atto, però sentivo che stavo prolungando l’effetto di quella specie di bolla ispirata in cui mi trovavo e che mi stava dando un’intima certezza che io stavo veramente andando a prendere un biglietto vincente. In quel momento mi ha fermato un giovane extracomunitario per chiedermi la carità, sono piuttosto frequenti in questi ultimi tempi nel mio paese e la mia reazione spontanea è stata di un gentile rifiuto. Poi però la mia educazione cattolica ha fatto capolino e mi ha suggerito che non avrei meritato di vincere. Mi sono detta che dare soldi a chi non lavora, per di più a destra e a manca vista la frequenza, avrebbe solo incoraggiato sempre più gente a scegliere questo percorso con le conseguenze che vediamo e altre cosette simili. Ma la vocina dell’educazione cattolica “Non hai fatto la carità a un poveretto e vorresti ora avere un premio!” aveva rotto l’incanto dell’ispirazione, così pensavo di non acquistare più niente perché sentivo che sarebbe stato inutile in questa altalena di sensazioni. Questo pensiero però mi ha fatto rivoltare dentro, non tanto per i soldi ma perché mi si impediva di portare a compimento un cammino e un’evoluzione che mi ero proposta. E allora è scattato qualcosa in me che mi ha fatto dire “No, io vado a prendere il mio biglietto vincente!” Mi sono sentita di nuovo nella bolla, sono entrata dal tabaccaio, ho comprato un biglietto scegliendolo io a caso ed ho vinto 100,00 euro. In questi giorni devo proprio fare un bonifico di 100,00 euro come anticipo per un corso a Milano, è un caso? Ho ringraziato l’universo. Io non ho ambizioni di vincere grandi cifre ma solo di avere sempre ciò che mi serve. Quello che voglio dirti è che sono riuscita a creare un connubio tra mente e anima in quel momento, io so che cosa vuole la mia anima e l’ ho chiesto, penso quindi di essere su una linea della vita che mi conduce pian piano al mio obiettivo finale. Il corso che vado a fare probabilmente fa parte di un obiettivo intermedio e la cifra che mi è stata data è anch’essa come un segnale, è ciò che mi serve ORA. Noi non abbiamo il “dovere” di essere filantropi con gli altri, dobbiamo essere solo corretti e non far del male né a loro né a noi. Chi nasce filantropo non lo sente come un dovere ma come un piacere, perché esprime così la sua anima. Ma se uno sente che deve costringersi a farlo e se non lo fa si sente in colpa significa che non è la sua strada, ma una strada indotta da altri e che sta perdendo di vista i suoi veri obiettivi. Questo non è menefreghismo ma ricerca della propria vera identità. Noi non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha una sua natura e quindi un suo percorso per arrivare ad esprimersi. Una persona che ha un ego marcato la vedi già da piccolissimo, perché è nato così! E non è giusto soffocare questa sua qualità, perché di ciò si tratta, non di difetto! E’ ovvio che ogni cosa può essere vista come pregio o difetto a seconda dell’uso che ne fai.Per esempio un attore che non sia un po’ egocentrico ed esibizionista non farà tanta strada nella sua professione. A livello familiare starà bene se si sceglierà persone che creano con lui un giusto equilibrio perché hanno bisogno di interagire con quelli come lui. La misura dell’altruismo uno deve sentirla dentro di sé, non può essere uguale per tutti proprio perché non siamo tutti uguali. Se poi credi nella reincarnazione puoi anche pensare che ognuno di noi ha un compito da assolvere, delle esperienze specifiche da fare in quella determinata vita e gli sono stati forniti un carattere e una famiglia ben precisi perché potesse assolvere questo compito. Il suo primo dovere quindi è quello di cercare di capire le qualità con cui è nato ed accettarle come tali sapendo che queste sono le carte naturali a sua disposizione per raggiungere gli obiettivi della sua anima in questa vita poi, sempre però attraverso il filtro delle sue prerogative innate (non potrebbe fare altrimenti…) è giusto che cerchi di capire anche le qualità degli altri, che lui non ha e che impari a rispettarle, non a copiarle.
Un caro saluto
Un caro saluto
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
La tua storia mi ha colpito molto,se posso potrei definirla un eccellente esempio di sincronismo.
Ci sono però delle cose,spero di non essere sgarbato,che vorrei approfondire.
In primis,perchè mai non copiare?
è una tappa dell'imparare secondo me,noi tutti copiamo,gli atteggiamenti e altro.
Quando impariamo a camminare come facciamo?Copiamo.
E a parlare? Copiamo.
COncordo che cmq bisogna dare un'impronta unica ma,anche copiando siamo sempre
noi stessi che copiamo.
Un'altra cosa è che ogni qualità può essere assorbita e fatta nostra,mi menzioni un corso,
suppongo che dopo ti dia una qualità aggiunta.
Magari io ho travisato,la tua spiegazione tra l'altro mi infonde coraggio ,soprattutto perchè
invita a rispettare e mi piace molto.
Grazie ^__^
Ci sono però delle cose,spero di non essere sgarbato,che vorrei approfondire.
In primis,perchè mai non copiare?
è una tappa dell'imparare secondo me,noi tutti copiamo,gli atteggiamenti e altro.
Quando impariamo a camminare come facciamo?Copiamo.
E a parlare? Copiamo.
COncordo che cmq bisogna dare un'impronta unica ma,anche copiando siamo sempre
noi stessi che copiamo.
Un'altra cosa è che ogni qualità può essere assorbita e fatta nostra,mi menzioni un corso,
suppongo che dopo ti dia una qualità aggiunta.
Magari io ho travisato,la tua spiegazione tra l'altro mi infonde coraggio ,soprattutto perchè
invita a rispettare e mi piace molto.
Grazie ^__^
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Uno degli argomenti cardine del secondo libro è l’unione di mente e anima, è questo infatti che mette in moto l’intenzione esterna. Quando c’è questa condizione infatti la situazione è più fluida e anche gli ostacoli sono ridotti al minimo se uno continua a seguire il flusso, accadono così una serie di eventi “fortuiti” o sincronicità che ti portano comunque verso la realizzazione dei tuoi obiettivi. Ma come capire che hai scelto veramente ciò che sente la tua anima? Zeland dà una serie di esempi al riguardo e quindi ti rimando alla lettura del secondo libro. Una cosa però salta all’occhio di chiunque perché è troppo logica: la realizzazione di un obiettivo fondamentale nella propria vita presuppone che tu sia veramente portato, cioè che tu sia “nato” per questo, che sia qualcosa che ti riesce bene perché hai le doti naturali per farlo. Non puoi realizzare il sogno della tua vita con doti di seconda mano, copiando gli altri, sarai sempre una copia e non te stesso. A me per esempio piace molto la musica, capisco il tempo a istinto e mi piace ballare sia il liscio che qualche latino-americano, non sono però nata per ballare, ho dei limiti e li vedo. Quando sono accanto a dei bravissimi ballerini io ballo meglio e mi sento una grande carica, ma so che questa è soltanto l’energia che emana da loro e contagia chi gli sta intorno, non è la mia energia. Infatti noto che quando se ne vanno io torno al mio livello, discreto non ottimo. Dunque per migliorare io ho bisogno di copiare, in una certa misura anche di lasciarmi influenzare positivamente. Se io faccio tutto ciò coscientemente va tutto bene, purché io sappia che sto copiando e che non sono IO così. E questo vale per qualsiasi altra dote che non sia innata. Copiamo pure se ci piace e vogliamo che in una certa misura entri nella nostra vita, purché si sappia che stiamo copiando il compito altrui e lo facciamo perché ci piace, perché così possiamo capirlo meglio e capirci meglio rispettando anche le diversità, ma senza fare confusione tra ciò che è mio e ciò che è suo. Mio marito è un ipersensibile ed io l’ho sempre ammirato per la sua capacità di comprendere in profondità persone e situazioni, riuscendo a cogliere elementi molto nascosti che venivano alla luce per i più, me compresa, solo dopo parecchio tempo. Lui “paga” questa sua sensibilità con la sofferenza ed è molto esposto ai sensi di colpa. C’è stato un tempo in cui l’ammirazione che avevo per queste doti mi ha fatto provare una sorta di rifiuto per come ero io, mi ritenevo un po’ insensibile ed egoista, almeno al confronto, e cercavo in tutti i modi di capirlo e imitarlo. La conseguenza è stata che ho finito per fare miei persino i suoi obiettivi, negando oltretutto la mia natura. Quando me ne sono accorta ho inchiodato e fatto un’inversione a U. La svolta è stata uno scossone per tutti ma io mi sono sentita subito meglio, perché stavo rientrando nei miei panni. Continuo ad ammirarlo e amarlo moltissimo ed ho imparato e imparo molto da lui ma, mi sono accorta, anche lui da me. Ognuno però prende dall’altro ciò che può e nella misura in cui può. I limiti sono dati dalla sua propria natura della quale non si deve vergognare ma sulla quale, anzi, deve fare affidamento per conoscersi meglio, sfrondandola da esempi imposti, dai genitori per esempio o dalla cultura in cui è cresciuto, o dall’educazione che gli ha fatto vedere aspetti di sé come difetti, inducendogli quindi sensi di colpa a seguirli, e non pregi suoi da coltivare e migliorare. Se farai questa distinzione ti sarà più facile comprendere cosa vuole realmente la tua anima, o come dice Zeland quando o di fronte a quale prospettiva la tua anima canta.
Un caro saluto
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- renato
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Ciao a tutti,armonia ha scritto: 1. Uno degli argomenti cardine del secondo libro è l’unione di mente e anima, è questo infatti che mette in moto l’intenzione esterna.
2... verso la realizzazione dei tuoi obiettivi. Ma come capire che hai scelto veramente ciò che sente la tua anima? ... copiando gli altri, sarai sempre una copia e non te stesso.
alcune riflessioni all'argomento
1. Mente e anima sono indissolubili, normalmente però diamo molta importanza alla "mente", come se fosse un oggetto,e al "nostro" fare .. credo sia x questo che Vadim parla di intenzione "esterna" .. solo x differenziare, a parole, un qualcosa che altrimenti potrebbe creare confusione ... il risultato, se così lo vogliamo chiamare , è il vedere realizzata "là fuori" la proiezione del nostro intento
2. Un conto è copiare x imparare, altro conto è non sapere cosa vogliamo veramente e restare imprigionati in pendoli che sono di altri, .. o stereotipi imposti o pubblicizzati dalla società ... in questi casi siamo vissuti dalla vita ... ... in compenso possiamo scaricare sugli altri la colpa che la nostra vita è così ... (inserire gli aggettivi che ritieni + consoni)
3. Il senso di colpa di cui si parla ha come radice ... il fatto che vogliamo essere bravi, essere riconosciuti, da chi ci circonda, come bravi e diligenti mi spiego ... ci sono state imposte delle regole e dei valori e ci è stato detto (siamo stati condizionati a credere) che l'infrangerle era male, era da cattivi .. abbiamo imparato molto presto a giudicare noi stessi e ad ...autopunirci all'occorrenza : Ma quanto siamo bravi !!!
Cosa potrà mai accadere se non ci diamo troppaimportanza, se non ci interessa cosa pensano gli altri, .. se mandiamo un po in ferie il nostro giudice interiore e lo sostituiamo con .. un bambino che gioca col gatto ?
ciao
renato
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Adoro quando una persona intelligente discuta con me con un punto di vista che non mi appartiene.
è un momento di arricchimento senza eguali.
Ora,non volermene Armonia,ma ,a parte gli argomenti di Zeland, sono completamente in
disaccordo.
Qualcuno ha detto : "il talento è la capacità di darsi pena" ed io,che faccio parte di quella
schiera di non talentati(non sò se sia corretto il termine),senza nessuna dote innata particolare ma
semplicemente la capacità di sognare,posso e voglio affermare che gli obbiettivi possono essere
raggiunti anche da chi non ha doti naturali.
Io tra le altre cose mi occupo di Pnl e ti posso dire che un assioma di questa disciplina dice che
qualunque comportamento (quindi anche doti innate) può essere studiato,capito e replicato.
il punto è : se vuoi puoi farlo e non hai nessuna limitazione,ma appunto devi volerlo e non
"mentalmente" ma dalla tua anima,come tu stessa dici.
Che senso avrebbe stare ai bordi ad ammirare le persone che per te hanno il talento naturale
sapendo che tu non lo puoi fare?
Magari nel tuo piccolo,magari a modo tuo,ma puoi farlo.
Io credo che i difetti siano solo l'indicazione del punto da cui partire e non il fine o l'arrivo.
Faccio un esempio: mi piace cantare e cerco di studiare da autodidatta qualcosa.
Ad un certo punto del libro viene raccontata una storia per suggerire un modo di approcciare
il canto,ovvero imitare altri cantanti.
Quando facciamo nostro un certo bagaglio imitando ci limiteremmo a quello,rimanendo imprigionati nello schema.E questo è davvero copiare.
Ciò che bisogna fare poi è liberarsene e mostrare cosa siamo noi,lasciare che i pezzi che
abbiamo assimilato (e si tratta proprio di assimilare) possano ristrutturarsi con noi stessi
per dar vita a qualcosa che unicamente ci appartiene.
Dal mio punto di vista tu puoi ballare,ma non perchè ne hai le doti naturali,perchè è il tuo
modo di esprimerti dopo l'assimilazione.
Ecco,esattamente come dice renato,un conto è copiare per imparare e un altro è restare imprigionati.
Tra le altre cose sono d'accordo con te...devo adottare un gatto.
Cmq vi ringrazio per le vostre parole e anche per i diversi punti di vista che non fanno
altro che accrescere una persona,grazie.^__^
Approposito di interiore,ma come si fa ad attivare il guardiano interiore?
Sto provando a darmi in affitto ma la cosa mi riesce poco.
Forse dovrei abbassare il "prezzo"?
è un momento di arricchimento senza eguali.
Ora,non volermene Armonia,ma ,a parte gli argomenti di Zeland, sono completamente in
disaccordo.
Qualcuno ha detto : "il talento è la capacità di darsi pena" ed io,che faccio parte di quella
schiera di non talentati(non sò se sia corretto il termine),senza nessuna dote innata particolare ma
semplicemente la capacità di sognare,posso e voglio affermare che gli obbiettivi possono essere
raggiunti anche da chi non ha doti naturali.
Io tra le altre cose mi occupo di Pnl e ti posso dire che un assioma di questa disciplina dice che
qualunque comportamento (quindi anche doti innate) può essere studiato,capito e replicato.
il punto è : se vuoi puoi farlo e non hai nessuna limitazione,ma appunto devi volerlo e non
"mentalmente" ma dalla tua anima,come tu stessa dici.
Che senso avrebbe stare ai bordi ad ammirare le persone che per te hanno il talento naturale
sapendo che tu non lo puoi fare?
Magari nel tuo piccolo,magari a modo tuo,ma puoi farlo.
Io credo che i difetti siano solo l'indicazione del punto da cui partire e non il fine o l'arrivo.
Faccio un esempio: mi piace cantare e cerco di studiare da autodidatta qualcosa.
Ad un certo punto del libro viene raccontata una storia per suggerire un modo di approcciare
il canto,ovvero imitare altri cantanti.
Quando facciamo nostro un certo bagaglio imitando ci limiteremmo a quello,rimanendo imprigionati nello schema.E questo è davvero copiare.
Ciò che bisogna fare poi è liberarsene e mostrare cosa siamo noi,lasciare che i pezzi che
abbiamo assimilato (e si tratta proprio di assimilare) possano ristrutturarsi con noi stessi
per dar vita a qualcosa che unicamente ci appartiene.
Dal mio punto di vista tu puoi ballare,ma non perchè ne hai le doti naturali,perchè è il tuo
modo di esprimerti dopo l'assimilazione.
Ecco,esattamente come dice renato,un conto è copiare per imparare e un altro è restare imprigionati.
Tra le altre cose sono d'accordo con te...devo adottare un gatto.
Cmq vi ringrazio per le vostre parole e anche per i diversi punti di vista che non fanno
altro che accrescere una persona,grazie.^__^
Approposito di interiore,ma come si fa ad attivare il guardiano interiore?
Sto provando a darmi in affitto ma la cosa mi riesce poco.
Forse dovrei abbassare il "prezzo"?
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Questo è esattamente ciò che faccio di norma! Io non mi sento relegata in un angolo. Copio chi ha talento per migliorare e poi mi esprimo a modo mio, mettendoci quindi del mio, a metterci del suo non riuscirei neanche a volerlo. E quando ballo mi diverto, non invidio nessuno, mi muovo nella musica e non mi interessa di apparire. Tutti quanti abbiamo dei talenti e ognuno deve scoprire i propri. A quel punto scopriresti la differenza tra una cosa copiata, studiata e una che ti riesce così, come bere un bicchier d'acqua. Una persona che conosco e che credeva di essere priva di talento era invece bravissima ad armonizzare i rapporti altrui e a formare così, d'istinto, i gruppi di lavoro. E non si rendeva conto di quanto fosse importante, almeno per certe situazioni o anche a livello professionale. Comunque se uno la voce non ce l'ha non può fare il cantante, può educare la voce e cantare per suo diletto, punto. Quando scopri le tue qualità innate, (non è sempre il caso di chiamarli talenti) le accetti e ti ami, vivi in armonia con te stesso. Se una persona è molto fantasiosa e poco razionale potrà anche educarsi ad usare un po' più di logica ma non raggiungerà mai i livelli di quando usa la fantasia. Per qualsiasi cosa noi facciamo impieghiamo una certa dose di energia, se non è qualcosa che ti riesce naturale spendi molta più energia che potresti impiegare meglio altrove. Nulla ti vieta anche di fare cose che non ti sono naturali ma che ti piacciono e ti divertono, purché tu lo sappia e non ti identifichi in esse. Ognuno di noi è un individuo UNICO, è bellissimo scoprirsi, accettarsi e valorizzarsi, vedere questa differenza e rispettarla. Capire come si è fatti e seguire il proprio flusso naturale, capendo sempre quando SEI e quando copi, è una cosa oltretutto che ti dà un senso di chiarezza e una percezione degli altri un po' più acuta. Non è semplice da spiegare perchè bisogna provarlo, però ti assicuro che col tempo riesci a percepire a volte anche nettamente l'energia che arriva dall'altro, (forse ci sei arrivato anche tu, magari con altri percorsi, non so) capisci se è positiva o negativa per te, è un'energia che può riempire uno spazio che ti manca (ti ho fatto l'esempio del ballo ma vale per qualsiasi qualità), tu puoi accettarla e usarla fintanto che quella persona è lì. Ma è importante sapere che è benzina altrui che stai usando. Inoltre avere le idee chiare su ciò che veramente sei ti aiuta molto a capire che cosa vuole veramente la tua anima, che non è poi così scontato e così semplice! C'è gente che vive tutta una vita inseguendo obiettivi indotti e credendoli propri. Riguardo poi a prendere un po' tutto con un certo distacco sono d'accordo, è così che si attiva il guardiano interiore. Ma lo fai meglio quando conosci te stesso.Che senso avrebbe stare ai bordi ad ammirare le persone che per te hanno il talento naturale
sapendo che tu non lo puoi fare?
Magari nel tuo piccolo,magari a modo tuo,ma puoi farlo.
Un caro saluto
P.S.
Non me la prendo se non la pensi come me, tranquillo, la dialettica mi è sempre piaciuta.
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Re: appena letto capitolo sul senso di colpa
Troppo buona.
L'argomento si fa davvero interessante.
Vorrei davvero capire come "sentire" l'energia che non mi è propria,
al momento non ho mai sperimentato una cosa del genere e sarebbe interessante
per chiarire chi si è.spero che Zeland menzioni anche questo.
Infatti la cosa mi piacerebbe scoprirla,ma non tanto per un limitarmi ma
più che altro per capirmi meglio e "fluire" di più.
Sul canto posso dirti che in realtà non è una dote reclusa ai più,anzi,la voce l'abbiamo
tutti,serve solo esercizio.
Come il disegno tra l'altro.
TI racconto una storia.
Un lanciatore del peso (mi sfugge il nome) andò da un noto psicoterapeuta,
egli si lamentava che non riuscisse a lanciare il peso oltre un certo limite,non
riuscendosi a qualificare alle olimpiadi.
Lo psichiatra capì cosa volesse dire e gli fece cambiare aspetto al problema
(in pnl si chiama ristrutturazione),riusci nell'intento perchè il lanciatore
si era autoimposto un limite.
Morale della favola :
alla prima olimpiade prese il bronzo,
alla seconda l'oro ed anche alla terza.
Era solo un limite che pensava di avere.
Ora io non sò da cosa maturino le percezioni di un'energia altrui,
spero che Zeland lo spieghi o se me lo potessi accennare tu,
ma nascere senza determinatè qualità non credo sia un ostacolo vero.
Sono concorde nel dire che è bellissimo scoprirsi e valorizzarsi,ma scoprire parti
di te è anche scoprire le qualità che non hai e migliorarle.
L'unico problema è esattamente quello che avanzi tu,scoprire i propri obiettivi.
Un'ultima cosa : sai quante volte Sylvester Stallone si è sentito dire di non tentare la carriera
di attore?Quante volte gli hanno detto che non ne aveva le capacità?Di lasciar perdere?
Quante porte gli hanno sbattutto in faccia?
Poi anche il destino si è dovuto arrendere.
Per quanto ne ho capito,a lui un paio di volte è riuscito a cavalcare la sua onda della fortuna e
l'ha portato dritto dove è adesso.
L'argomento si fa davvero interessante.
Vorrei davvero capire come "sentire" l'energia che non mi è propria,
al momento non ho mai sperimentato una cosa del genere e sarebbe interessante
per chiarire chi si è.spero che Zeland menzioni anche questo.
Infatti la cosa mi piacerebbe scoprirla,ma non tanto per un limitarmi ma
più che altro per capirmi meglio e "fluire" di più.
Sul canto posso dirti che in realtà non è una dote reclusa ai più,anzi,la voce l'abbiamo
tutti,serve solo esercizio.
Come il disegno tra l'altro.
TI racconto una storia.
Un lanciatore del peso (mi sfugge il nome) andò da un noto psicoterapeuta,
egli si lamentava che non riuscisse a lanciare il peso oltre un certo limite,non
riuscendosi a qualificare alle olimpiadi.
Lo psichiatra capì cosa volesse dire e gli fece cambiare aspetto al problema
(in pnl si chiama ristrutturazione),riusci nell'intento perchè il lanciatore
si era autoimposto un limite.
Morale della favola :
alla prima olimpiade prese il bronzo,
alla seconda l'oro ed anche alla terza.
Era solo un limite che pensava di avere.
Ora io non sò da cosa maturino le percezioni di un'energia altrui,
spero che Zeland lo spieghi o se me lo potessi accennare tu,
ma nascere senza determinatè qualità non credo sia un ostacolo vero.
Sono concorde nel dire che è bellissimo scoprirsi e valorizzarsi,ma scoprire parti
di te è anche scoprire le qualità che non hai e migliorarle.
L'unico problema è esattamente quello che avanzi tu,scoprire i propri obiettivi.
Un'ultima cosa : sai quante volte Sylvester Stallone si è sentito dire di non tentare la carriera
di attore?Quante volte gli hanno detto che non ne aveva le capacità?Di lasciar perdere?
Quante porte gli hanno sbattutto in faccia?
Poi anche il destino si è dovuto arrendere.
Per quanto ne ho capito,a lui un paio di volte è riuscito a cavalcare la sua onda della fortuna e
l'ha portato dritto dove è adesso.
Il Trionfo dell'Uomo che Agisce
Libri di Arnold Ehret
Lo Spazio delle Varianti
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