salve ragazzi!!!
scusate l'orario.....
sono davide se sto finindo di leggere il secondo libro della triologia e applico il sistema di ehret e sono in linea con quello che e' scritto in questi libri da zeland....sono pienamente daccordo!!!
ho un lavoro a tempo indeterminato come magazziniere ma mi sono stufato di lavorare per il padrone e essere dipendenti da tutti questi pendoli ....
trovare un nuovo lavoro ma cosa?come si fa a capire veramente cosa si giusto?non e' facile..io cerco di ascolater l'anima ma quando si aprono nuove possibilita' in altre fabbriche io non le prendo su perche' immagino che andro' a stare peggio non me la sento di fare un altro lavoro uguale voglio di piu'!!!
basta arrichire gli cerchiamo di essere un po egoisti!!!tutti sti pendoli ci fanno dimenticare l'amore per la famiglia e le cose importanti della vita....anche il pc e' un pendolo ora lo spengo ridiamo per non piangere ciao lucia''''
Transurfing Studio e Applicazione ⇒ nuovo lavoro
Forum per chi ha letto almeno il libro "Lo Spazio delle Varianti"
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Ci sono utenti sedicenti "coach" del Transurfing che si iscrivono solo per promuovere il proprio sito inerente a tale qualifica, senza poi partecipare attivamente al forum. Alcuni affermano di essere stati autorizzati da Vadim Zeland. Premesso che Vadim Zeland non ha addestrato personalmente nessuno, eventuali dichiarazioni verbali di autorizzazione all'insegnamento del "metodo Transurfing" fatte dallo stesso non sono supportate da questo forum. Chi non compare nel sito ufficiale zelands.com e volesse confermare l'ufficialità di quanto dichiara può inviare in allegato dal modulo dei "Contatti" copia di una dichiarazione scritta firmata da Vadim Zeland. Diversamente, considerando anche che tali utenti non partecipano attivamente al forum saranno considerati "spammer".
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- renato
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Re: nuovo lavoro
ma cosa vuoi fare veramente ? ... un attività che ti entusiasmi .... ?!davide32 ha scritto:... mi sono stufato di lavorare per il padrone e essere dipendenti da tutti questi pendoli ....
trovare un nuovo lavoro ma cosa?come si fa a capire veramente cosa si giusto?non e' facile..io cerco di ascolater l'anima ma quando si aprono nuove possibilita' in altre fabbriche io non le prendo su perche' immagino che andro' a stare peggio non me la sento di fare un altro lavoro uguale voglio di piu'!!!
basta arrichire gli cerchiamo di essere un po egoisti!!
non ti limitare, ma pensa in grande (dopo esserti "ascoltata")
buon transurfing
renato
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- Città:
Re: nuovo lavoro
Ciao Davide32,
anch'io sto cercando qualcosa che mi piaccia fare, che lo so fare bene, e che ci perderei ore senza fatica.
Ma che cosa puo essere? ancora non lo so.
Sono passata da un periodo di nausea, rabbia e ora grazie al transurfing le giornate al lavoro sono più leggere e mi ci diverto pure, non grazie al lavoro ma grazie ai colleghi con il quale ho migliorato i rapporti veramente di tanto. Il lavoro è variato un pò ma è sempre quello.
Aspetto, so che succederà qualcosa, può essere fra un mese, fra un anno o di più. Continuo ad appliccare il modo di pensare di Vadim e prima o poi accadrà qualcosa.
Come ha detto Renato: "pensare in grande" .
Seguiamo il suo suggerimento! la variante nel nostro mondo c'è, permettiamolo di farlo diventare parte di noi.
Ciao.
Ardnas
anch'io sto cercando qualcosa che mi piaccia fare, che lo so fare bene, e che ci perderei ore senza fatica.
Ma che cosa puo essere? ancora non lo so.
Sono passata da un periodo di nausea, rabbia e ora grazie al transurfing le giornate al lavoro sono più leggere e mi ci diverto pure, non grazie al lavoro ma grazie ai colleghi con il quale ho migliorato i rapporti veramente di tanto. Il lavoro è variato un pò ma è sempre quello.
Aspetto, so che succederà qualcosa, può essere fra un mese, fra un anno o di più. Continuo ad appliccare il modo di pensare di Vadim e prima o poi accadrà qualcosa.
Come ha detto Renato: "pensare in grande" .
Seguiamo il suo suggerimento! la variante nel nostro mondo c'è, permettiamolo di farlo diventare parte di noi.
Ciao.
Ardnas
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- Città:
Re: nuovo lavoro
hai ragione ardinas io vivo in un ambiente in cui ce' competezione e male lingua a raffica dove si fa carriera senza fare niente e spettegolando...ma anche cambiare per fare la stessa cosa giova solo nell'istante in cui dai i giorni di licenziamento e basta....ma cerco ancora di capire cosa sia la scelta giusta...i pendoli a volte nn ti permettono di ascoltarti...
-
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- Iscritto il: 12 feb 2010, 12:44
- Città:
Re: nuovo lavoro
Ciao a tutti. Premetto che parlo dell'esperienza che sto vivendo perchè mi pare possa entrare in qualche modo con l'argomento.
Il mio lavoro non lo sento esattamente come un peso o una fonte di stress, semplicemente è la mia fonte di sostentamento, senza infamia e senza gloria. Il rapporto con i colleghi è ottimo, direi di amicizia e "occupandomene" senza "preoccuparmene" mi rendo conto che scivola liscio e senza intoppi. La situazione che vivo lavorativamente parlando è un po' quella che Zeland descrive nel primo libro: non mi sento preda di pendoli, e quindi non sono soggetta a spinte negative così come nemmeno a quelle positive. Un po' come vedersi in uno spazio completamente vuoto.
La crescita che sto compiendo in questo momento è approfittare di questo vuoto per indagare su cosa mi darebbe gioia in modo "elementare", immediato, senza bisogno di architettare chissà che diapositiva o scenario. Andando a scavare dentro di me, addirittura a ritroso in quei ricordi di infanzia che riaffiorano e che risvegliano sensazioni di felicità pura, mi è balenato da sè il piacere che la lettura mi ha sempre procurato. Tutt'ora compatibilmente al tempo, preferisco un buon libro alla televisione, ma da bambina addirittura non riuscivo a "mollare" la storia che mi appassionava, nemmeno per correre a giocare. E' riaffiorata questa sensazione immediata e mi sono chiesta cosa volesse dire. Poi pian piano ho capito che lo stesso piacere lo provo rileggendo cose che scrivo io, e anche seguendo un po' le frasi sentite "per caso" - sempre in stile transurfing - mi sono messa a scrivere, con una sensazione nuova e stranissima. Ora sono a metà di un libro che sembra scriversi da solo. Lo prendo in mano ogni volta che mi parte quasi irresistibilmente un'idea e senza sforzo mi trovo a fine pagina con pensieri che si srotolano da soli. Questa "pulsione" la sto assecondando senza preoccuparmi di altro se non del piacere che provo nel farlo. Non sto pensando a pubblicarlo o a chissà cosa, al limite ho pensato che se riuscirò a terminarlo in tempo utile, potrei farne qualche copia e regalarlo ai miei più cari amici per Natale, gli stessi amici che mi hanno sempre detto che avrei dovuto scrivere qualcosa, perchè nelle mails che mando loro, spesso e volentieri trovano la mia vena ironica e umoristica degna addirittura di un vero e proprio "collezionismo" dei miei scritti.
Mi sono sentita di scrivere il mio percorso per dare uno spunto sul come cercare dentro di sè il proprio fine, anche se ritengo che ognuno di noi abbia un modo di sentire le cose personale e inconfondibile.
Il mio lavoro non lo sento esattamente come un peso o una fonte di stress, semplicemente è la mia fonte di sostentamento, senza infamia e senza gloria. Il rapporto con i colleghi è ottimo, direi di amicizia e "occupandomene" senza "preoccuparmene" mi rendo conto che scivola liscio e senza intoppi. La situazione che vivo lavorativamente parlando è un po' quella che Zeland descrive nel primo libro: non mi sento preda di pendoli, e quindi non sono soggetta a spinte negative così come nemmeno a quelle positive. Un po' come vedersi in uno spazio completamente vuoto.
La crescita che sto compiendo in questo momento è approfittare di questo vuoto per indagare su cosa mi darebbe gioia in modo "elementare", immediato, senza bisogno di architettare chissà che diapositiva o scenario. Andando a scavare dentro di me, addirittura a ritroso in quei ricordi di infanzia che riaffiorano e che risvegliano sensazioni di felicità pura, mi è balenato da sè il piacere che la lettura mi ha sempre procurato. Tutt'ora compatibilmente al tempo, preferisco un buon libro alla televisione, ma da bambina addirittura non riuscivo a "mollare" la storia che mi appassionava, nemmeno per correre a giocare. E' riaffiorata questa sensazione immediata e mi sono chiesta cosa volesse dire. Poi pian piano ho capito che lo stesso piacere lo provo rileggendo cose che scrivo io, e anche seguendo un po' le frasi sentite "per caso" - sempre in stile transurfing - mi sono messa a scrivere, con una sensazione nuova e stranissima. Ora sono a metà di un libro che sembra scriversi da solo. Lo prendo in mano ogni volta che mi parte quasi irresistibilmente un'idea e senza sforzo mi trovo a fine pagina con pensieri che si srotolano da soli. Questa "pulsione" la sto assecondando senza preoccuparmi di altro se non del piacere che provo nel farlo. Non sto pensando a pubblicarlo o a chissà cosa, al limite ho pensato che se riuscirò a terminarlo in tempo utile, potrei farne qualche copia e regalarlo ai miei più cari amici per Natale, gli stessi amici che mi hanno sempre detto che avrei dovuto scrivere qualcosa, perchè nelle mails che mando loro, spesso e volentieri trovano la mia vena ironica e umoristica degna addirittura di un vero e proprio "collezionismo" dei miei scritti.
Mi sono sentita di scrivere il mio percorso per dare uno spunto sul come cercare dentro di sè il proprio fine, anche se ritengo che ognuno di noi abbia un modo di sentire le cose personale e inconfondibile.
Il Trionfo dell'Uomo che Agisce
Libri di Arnold Ehret
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