Il fatto è che mi sembra che funzioni proprio come descrive Zeland. A parte i casi di depressione o scoraggiamento, il fenomeno della negatività deriva dal cattivo uso della Volontà, o meglio della Volontà razionale. Tendenzialmente noi vogliamo che le cose vadano in un certo modo e, invece, ovviamente non vanno a quel modo, o vanno quasi a quel modo, ma comunque quasi mai in modo perfetto. Dunque tendiamo a giudicare che le cose sono andate non bene, dunque male, poiché il parametro di riferimento è il modello che in astratto aveva idealizzato la Volontà razionale.
Tendenzialmente ci sembra che le cose non vadano mai bene, cioè che le cose vadano male.
Invece dopo il desiderio iniziale, dopo l'impulso attraverso il quale cerchiamo di interagire con la realtà, basterebbe stare a vedere cosa succede, con grande curiosità, per poter cogliere tutte le opportunità positive che la nuova situazione ha generato. In sostanza ci deve essere maggiore interazione e maggiore capacità di seguire i flussi.
Ecco che ciò che ci sembra male, in realtà libera invece tutta una serie di nuove situazioni, magari anche impreviste e imprevedibili, che aprono opportunità, scenari a cui non avremmo mai pensato.
Per questo, paradossalmente e, un po' provocatoriamente, si può dire che il vero bene nasce dal male...
Basta ovviamente intendersi sulle parole.
Non tutto il male vien per nuocere significa proprio: nuove opportunità liberate da una realtà che è molto più ricca di come vogliamo rappresentarcela.
Non tutto il male vien per nuocere significa che dobbiamo fare molta meno fatica nel cercare di imporre il "bene" (che non è il bene, ma semplicemente ciò che vorremmo) e semplicemente più attenzione alle opportunità.
E' una questione di capacità di ascolto, ma anche di rovesciamento di quello che pensiamo (e ci hanno insegnato) rispetto al rapporto "Io"/"Mondo".
Più rispetto per il mondo (con tutto ciò che vi è contenuto, anche gli "altri"), ci potrà dare molta più soddisfazione.
Ovviamente occorre non anteporre una rigida volontà razional-egocentrica (nel senso che non sa come rapportarsi al mondo), a una "disponibilità" a godere di ciò che ci viene offerto.
Il Bene, inteso come perfetta rispondenza della realtà al nostro volere, alla nostra intenzione, alla nostra rigida progettualità, non introduce nessun elemento imprevisto, nessuna nuova opportunità, in sostanza si esaurisce lì, nella perfetta riuscita di ciò che volevamo ma, la spinta propulsiva finisce, salvo proseguire astrattamente con una nuova intenzione, un nuovo desiderio, una nuova volontà realizzatrice.
Nello spirito del Transurfing, il bene nasce dal "male", ovvero dalle opportunità che i flussi ci riservano. Basta essere più attenti, e disponibili.
Rispondendo a Renato, è chiaro che i termini bene e male non sono i più adatti a descrivere il fenomeno, ma il Transurfing parla al senso comune, a persone comuni (come me) e, utilizzando il linguaggio del senso comune, deve portare a farlo superare. In questo senso Bene e Male possono aiutare a superare il Bene e il Male stessi, senza contare che, come diceva Verdone.... perché è il bene che vince ed è il male che perde...