Piccola storia
Inviato: 12 lug 2012, 19:18
Ci ho ripensato più volte e credo proprio si tratti di una piccola storia di successo.
Dunque ho prestato una chitarra al chitarrista con cui suono; la sua infatti ora come ora è dal liutaio per una manutenzione straordinaria. Alla sua richiesta, nessun problema da parte mia.
Dopo un pò di tempo però vedevo che, oltre a non aver ancora portato la sua chitarra dal liutaio, trattava in modo inappropriato la chitarra, lasciandola fuori dalla custodia in sala prove, all' "aria aperta"estremamente umida; Inutile ricordare che l'umidità è un'antagonista del legno, per così dire.
Una mattina decisi di inviargli una mail (non ci vediamo proprio ogni giorno) in cui manifestavo il mio disagio, dicendogli ciò che m'infastidiva. Rieggendola poi però, mi accorsi che trascendeva dal discorso principale della chitarra, mi accorsi che qualcosa nel suo comportamento m'infastidiva. Mi sono osservato, vedendo i sentimenti che mi avevano fatto scrivere quelle parole, nel turbine emozionale mi ero fatto trascinare. Conscio dell'effetto che avrebbe provocato, cioè malumore, disagio, fastidio, ad certo punto mi sono detto, "sai cosa, non gliela invio e la prossima volta che ci vediamo glielo dico di persona". In buona sostanza avevo completamente ignorato la questione.
Il venerdì successivo, facciamo prove e, miracolo, mi dice, uno, di aver portato la chitarra dal liutaio e due, alla fine delle prove, ha riposto la chitarra in cusodia.
Non è servito dire o fare assolutamente nulla, questa cosa mi ha particolarmente colpito e si è sviluppata nel migliore dei modi.
Credo che tutto ciò si possa ripetere in qualsiasi situazione della vita e sia assolutamente stupefacente.
Dunque ho prestato una chitarra al chitarrista con cui suono; la sua infatti ora come ora è dal liutaio per una manutenzione straordinaria. Alla sua richiesta, nessun problema da parte mia.
Dopo un pò di tempo però vedevo che, oltre a non aver ancora portato la sua chitarra dal liutaio, trattava in modo inappropriato la chitarra, lasciandola fuori dalla custodia in sala prove, all' "aria aperta"estremamente umida; Inutile ricordare che l'umidità è un'antagonista del legno, per così dire.
Una mattina decisi di inviargli una mail (non ci vediamo proprio ogni giorno) in cui manifestavo il mio disagio, dicendogli ciò che m'infastidiva. Rieggendola poi però, mi accorsi che trascendeva dal discorso principale della chitarra, mi accorsi che qualcosa nel suo comportamento m'infastidiva. Mi sono osservato, vedendo i sentimenti che mi avevano fatto scrivere quelle parole, nel turbine emozionale mi ero fatto trascinare. Conscio dell'effetto che avrebbe provocato, cioè malumore, disagio, fastidio, ad certo punto mi sono detto, "sai cosa, non gliela invio e la prossima volta che ci vediamo glielo dico di persona". In buona sostanza avevo completamente ignorato la questione.
Il venerdì successivo, facciamo prove e, miracolo, mi dice, uno, di aver portato la chitarra dal liutaio e due, alla fine delle prove, ha riposto la chitarra in cusodia.
Non è servito dire o fare assolutamente nulla, questa cosa mi ha particolarmente colpito e si è sviluppata nel migliore dei modi.
Credo che tutto ciò si possa ripetere in qualsiasi situazione della vita e sia assolutamente stupefacente.