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Forum Transurfing Italia • Attaccamento
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Attaccamento

Inviato: 30 dic 2009, 19:22
da tizzy
Ciao a tutti, sto rileggendo il libro per la terza volta, sempre più attentamente, e la meraviglia sta nel fatto che mi sembra ancora una volta di non averlo mai letto :P . Vorrei condividere con voi il tema dell'attaccamento: Io nei confronti di alcune cose, proprio non riesco a rimanere distaccata.,Faccio un esempio in ordine di priorità: se vedo maltrattare un animale, per me è impossibile non attribuire importanza al fatto e vorrei chiedervi cosa si possa fare in questi casi. Ok non mettersi contro chi maltratta (impresa titanica per la sottoscritta), ma poi cosa faccio? Cambio scenario e non ci penso più? E per l'animale non faccio nulla? E nel caso di una malattia o un handicap serio come ci si può non pensare?
Per altri episodi, le tecniche, per quanto mi riguarda, hanno funzionato alla grande, ad esempio quella di non farsi prendere dalla rabbia ogni qualvolta si abbia davanti un maleducato o una persona fortemente aggressiva e lo dico perchè per me fino a qualche tempo fa sarebbe stato letteralmente impossibile (e ovviamente ero una specie di calamita per questi soggetti!). La sola cosa fondamentale da fare è RICORDARSI DI RICORDARE sennò ci si ricasca alla grande! Infatti le prime volte come al mio solito sono partita in quarta (forse più forte del pendolo :P !) ma à "metà reazione" ad un tratto mi sono ricordata di praticare il transurfing e pur non essendo stata impeccabile, ho cercato di salvarmi in calcio d'angolo :P
Vi sarei molto grata se poteste darmi un parere sulla prima parte del messaggio.
Grazie mille, Tiziana

Re: Attaccamento

Inviato: 30 dic 2009, 21:44
da tistructor
Ciao,

Provo a risponderti con il descrivere la scelta che ho fatto circa un anno fa, non ricordo precisamente la data.

Ho visto alla tv un filmato che mostrava il sistema di allevamento intensivo dei polli.
La parte più cruda della visione è stata il vedere tutti quei pulcini gialli come batufoli di cotone sul nastro trasportatore, sballottati fatti cadere in altre sezioni del nastro spazzati da mani che li rovesciavano in contenitori di plastica.
Il tutto fatto con una logica fredda e disumanizzata. Uno schifo.
Venendo io da una famiglia contadina che ha sempre posseduto galline e avendo osservato attentamente il loro comportamento in stato di libertà, ai mie miei occhi è parso un peccato gravissimo alla vita e alla Natura.

Da quel giorno ho deciso che non avrei più mangiato carne di pollo per tutta la mia vita per rispetto a quegli animali torturati e privati della propria esistenza naturale.

Solo in Nepal lo schifo tornandomi alla mente si è attenuato, vedendo con i miei occhi ancora una volta l'esistenza di galline allo stato brado.
In nepal le galline come del resto avveniva a casa mia non hanno un pollaio prigione.
Le mie per passare la notte salivano sull'albero in cortile.
Se ti si presenta la possibilità di osservare un gruppo di galline con il gallo liberi, perdi pure un pò del tuo tempo ne rimarrai meravigliata dal loro comportamento.
Si può imparare parecchio.

Devi agire in modo tale che tu possa scegliere quello che non desideri senza rimuginare troppo sui fatti accaduti pena il rimanere intrappolata nella negatività del fatto stesso.
Ho avuto questo pensiero: voi allevate le galline in questo modo per nutrire me, voi, mio figli, i vostri figli e la società in generale, be io personalmente ne resto fuori.

Spero di aver dissipato un pochino di nebbia sopra al problema.
O tolto il mattone dalle fondamenta, come dice Zeland.
Non sò se ho agito nella regola precisa del transurfing comunque la scelta fatta mi ha portato poi dopo mesi a vedere nuovamente le galline nel loro ambiente naturale. Provando gioia.

Immagine

Fabio

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 7:35
da luisu
Certo è vero che ci sono delle cose per le quali è veramente difficile stare distaccati; quando ci accadono simili fatti agiamo quasi sempre ( o sempre) senza consapevolezza, istintivamente. Io in questi casi ho trovato uno spunto molto utile su ciò che dice Zeland sul "darsi in affitto", agire cioè non come partecipante ma come osservatore esterno. A mio parere in casi estremi ciò funziona come fase di transizione che ci permette di arrivare pian piano al disfarci dal pendolo, se agiamo sia da partecipante che da osservatore. In pratica non dobbiamo reprimere a tutti i costi le azioni e le emozioni che in quel momento ci vengono spontanee (forse sarebbe anche deleterio), ma è importante sforzarci di creare un osservatore esterno che, senza giudicare ciò che accade (eliminando così sensi di colpa, rimorsi, allontanamento dall'obiettivo ecc...), diventi pian piano testimone consapevole. Questo testimone pian piano cresce facilitandoci poi le prossime volte. E' forse una via più lunga ma la ho trovata efficace per casi gravi.

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 8:13
da armonia
Si può anche comportarsi come fa un medico che osserva la scena e se può interviene dando un aiuto, nei casi gravi opera, ma si mantiene comunque distaccato, non cinico, semplicemente non si fa coinvolgere perchè altrimenti non sarebbe di nessun aiuto, e in questo lo agevola la sua opera perchè lui "agisce" come dice Zeland, stemperando e sciogliendo quindi l'energia dell'emozione nell'azione. Quando poi si rende conto che più di così non può fare, allarga le braccia e dice: "Ho fatto quello che potevo!" Sapendo che tutto fa parte della vita: il dolore e la gioia, la vita e la morte.
Certo devo dire che sono più agevolati coloro che credono nella reincarnazione, perchè hanno la certezza o almeno la sensazione che ciascuno abbia "scelto di crescere" anche nelle proprie esperienze dolorose, il che non dovrebbe toglierci un po' di senso di umanità verso quella persona o animale, perchè in quel momento sta comunque veramente soffrendo, ma ci darebbe il distacco necessario per dire "E' un coraggioso, sta svolgendo il suo tema".
Ciascuno insomma a suo modo, a seconda di come intende la realtà può trovare un sistema non, ripeto, per disumanizzarsi ma per vedere la realtà nel suo insieme e capire i propri limiti, agendo quindi dove può e guardando come un chirurgo dove non c'è altro da fare.
Questo è il mio pensiero, benvenuti altri suggerimenti!
Ciao

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 9:46
da Marina
Bisogna sempre ricordare che in questo mondo siamo ospiti, non possiamo cambiare quello che non ci piace (l'argomento animali è una sofferenza anche per me ti assicuro) possiamo scegliere per la nostra vita qualcosa di diverso, magari sperando che la consapevolezza collettiva prima o poi si svegli e lo sfruttamento delle creature animali diventi un vecchio pendolo estinto.
E nel frattempo.... be se si può dare una mano si fa volentieri (io ho trovato il mio terzo cane per strada a giugno.... un batuffolo riccio nero e adesso mi sta distruggendo il giardino :| )

marina

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 14:44
da renato
Ciao :)
Vadim mi pare dica che dobbiamo sempre essere consapevoli, in modo da notare quando la nostra azione è in realtà una reazione automatica nei confronti di un pendolo distruttivo, che richiede la nostra energia ...

Nel caso degli animali: personalmente quello che posso fare è di amarli e rispettarli e molto tempo fa ho scelto un'alimentazione vegetariana... proprio x non creare ulteriore sofferenza.

In una situazione specifica restiamo consapevoli e rendiamoci conto che siamo liberi di scegliere la nostra risposta, la nostra azione ... o non azione che sia.

Buon anno nuovo :)

renato

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 18:41
da tizzy
Grazie a tutti per le risposte e un grazie particolare a Fabio per la deliziosa foto delle galline (finalmente una volta tanto libere come devono essere). Anch'io sono vegana ormai da 8 anni e francamente, senza alcuno sforzo, il mangiare carne non fa proprio più parte della mia vita.

Avevo però anche chiesto un parere nel caso di un handicap e rileggendo il capitolo di Zeland sulle epidemie mi sembra di capire che ad un certo punto una persona, pensandoci, permette alla malattia di entrare nel suo strato di mondo e fin qui ok....ma come tornare come prima :D ?
Difficile non attribuire importanza in questo caso...

Tantissimi auguri di Buon Anno a tutti! Tiziana

Re: Attaccamento

Inviato: 31 dic 2009, 20:29
da armonia
Dando per acquisito che si tratti di un handicap non reversibile, per esempio una cecità permanente o una mutilazione, occorre prenderne atto, accettarlo e porre l'accento sui lati positivi della situazione, perchè ce ne sono sempre, in ogni situazione. Il ceco, per esempio, può affinare gli altri sensi, è anche meno distratto dal turbinio del mondo e questo forse gli consente anche una maggiore concentrazione, ci sono cechi molto in gamba che vivono una vita piena e aiutano gli altri, occorre non piangersi addosso ma vedere che cosa la tua nuova vita ti offre. Non si tratta di imitare la vita dei vedenti ma di trovare una tua dimensione sfruttando al massimo ciò che la tua condizione ti offre.
Se uno dà poca importanza alla sua cecità o alla sua mutilazione penso che gli si spalanchino molte porte per vivere una vita soddisfacente e con in più i vantaggi della loro condizione.
Del resto neanche i vedenti possono avere tutto, se uno è basso basso può anche piangere in cinese ma non diventerà mai uno spilungone, gli conviene accettarsi, amarsi così com'è e far emergere la propria personalità, coltivandosi e affinandosi, come tutti: nessuno farà più caso alla sua altezza o bassezza che sia, se lo fa lui per primo.
Buon anno a tutti.

Re: Attaccamento

Inviato: 1 gen 2010, 16:30
da luciano
tizzy ha scritto:Faccio un esempio in ordine di priorità: se vedo maltrattare un animale, per me è impossibile non attribuire importanza al fatto e vorrei chiedervi cosa si possa fare in questi casi. Ok non mettersi contro chi maltratta (impresa titanica per la sottoscritta), ma poi cosa faccio? Cambio scenario e non ci penso più? E per l'animale non faccio nulla? E nel caso di una malattia o un handicap serio come ci si può non pensare?
Ciao tizzy, il non dare importanza non significa fregarsene. Significa fare il necessario per fare andare bene le cose senza struggersi o sentirsi falliti quando non otteniamo il risultato voluto, oppure provare risentimento o odio contro chi cerca di fare andare male le cose secondo il nostro punto di vista.

Il mondo in sé è una serie continua di cause con i relativi effetti, un risultato di eventi assolutamente meccanico che noi osserviamo attribuendo dei significati che fanno scaturire nel nostro intimo determinate emozioni.

Gli eventi hanno per noi solo il valore che noi attribuiamo. Se passiamo in una via e fuori da un portone di una casa vediamo degli addobbi funerari che indicano che lì c'è morto qualcuno a noi sconosciuto, possiamo passare oltre senza che in noi si sia manifestato il benché minimo mutamento nel nostro animo.

Non così per i familiari in quella casa.

Eppure si tratta dello stesso evento.