pino955 ha scritto:...pensa a ciò che vuoi,e poi non desiderlo più.lo hai già.adesso distaccatene,sarà lui a muoversi verso di te e se non dovesse farlo tu non morirai per questo .....
praticando la visualizzazione del processo di movimento verso il fine accellero notevolmente il lavoro dell' intenzione esterna
io penso che queste due cose ti mettono in confusione perchè devo pensarci ?o non pensarci?
Ciao pino955,
Vadim distingue tra
desideri (tutti noi ne abbiamo tanti e in ogni possibile campo del vivere) e
fini e, sui fini che ci poniamo, sottolinea come sia importante siano proprio i nostri, non quelli di qualcun'altro (che crediamo di aver
fatto nostri, ma solo per accondiscendenza, moda, ricerca di approvazione).
Possiamo pure pensare a ciò che vogliamo, ma pensieri di questo tipo, superficiali e che si accavallano con un altra moltitudine di pensieri a volte anche contrastanti tra loro, non ci portano nulla (forse un po di stress, confusione .. e tanti "desideri" irrealizzati, voglie represse .. e quindi .. frustrazione).
Vadim pone i nostri fini, quelli autentici, che davvero
sentiamo in noi e per noi, in diapositive ove noi entriamo e viviamo, con l'immaginazione e tutti i sensi attivati, questi nostri nostri fini come già raggiunti e ci troviamo ad assaporarne la loro realizzazione. Quando hai svolto questa attività ed hai veramente assaporato il fine come già raggiunto, senza alcun dubbio, scivolerai senzaltro in quella variante. Abituati a sentire in questa fase se sei sincero ed onesto con te stesso
Non considerare l'attività con e nella diapositiva come un
esercizio, non "fare questa attività" e poi restare in attesa per vedere cosa succede: quel restare in attesa è un blocco, una resistenza (e rivela una mancanza di fiducia nella realizzazione del fine) !
A questo punto noi ci stacchiamo dal fine e dalla diapositiva e non ci pensiamo più, ma, nel corso della nostra vita quotidiana, stiamo attenti (rimanendo il più rilassati possibile) per cogliere tutti i segni che entrano nel nostro presente e che ci fanno scivolare, se scelti e seguiti, nella variante che noi abbiamo già assaporato nella famosa diapositiva
Per comprendere al di là delle parole quello che intende Vadim, prova con fini "piccoli" in modo da cogliere appieno il senso del RT e, al tempo stesso, di poterti accorgere di tutti i "bastoni tra le ruote" che ci mettiamo da noi stessi
L'intenzione esterna non la possiamo
capire razionalmente, ma solo "sentire" ... pensare è solo una piccola parte dell'intero processo dell'esistere e il RT tratta proprio di questo esistere
Se razionalizziamo troppo possiamo credere di essere in confusione, ma solo perchè non stiamo considerando la situazione nella sua globalità (oltre il semplicistico
capire razionale, con le parole)
buon transurfing
renato