A proposito di segni...
Inviato: 11 mar 2011, 23:22
Qualche giorno fa ho accompagnato una persona che conosco ad una riunione in un monastero. Sapendo che avrei dovuto aspettare circa tre ore ho portato "Avanti nel Passato" da leggere. Ho letto con molto interesse il primo capitolo, dedicato all'energia. Ad un certo punto ho alzato gli occhi dal libro e ho guardato la parete che avevo davanti: c'erano dipinte due scene sacre (una era la lavanda dei piedi, l'altra non ricordo) e sotto, in un cartiglio, c'era la seguente scritta:"Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica" (Gv 13,17) 
. Approfittando della calma del luogo e del fatto che mi sentivo rilassato e aperto, ho iniziato ad allenare un po' i canali energetici.
Copio e incollo dal sito "www.cnos.org": "C'è una tentazione tipica di chi, come noi, è in qualche misura portatore dell'eredità culturale ellenistica: quella di pensare che, una volta conosciute le cose, tutto sia risolto. L'eureka (ho incontrato la soluzione perché ho capito) dell'antico saggio Archimede riflette il nostro modo frequente di affrontare le cose. Ci pare che in definitiva stia lì, nel conoscere bene le cose, la soluzione di tutto".
Il rischio é, in certi casi, di leggere, capire, imparare, ma NON METTERE IN PRATICA! E questa invece é la parte più importante, quella che permette alla nostra vita di essere la festa per la quale siamo venuti qui. Certo non é facile "smontare" tutti gli stereotipi che condizionano l'esistenza, ma é necessario...
Tralasciamo il fatto che mi trovavo in un monastero e tralasciamo anche le raffigurazioni religiose, sono elementi ininfluenti; prendiamo in esame solo la frase. Io l'ho interpretata come un segno, un invito ad agire senza perdere tempo. Zeland afferma chiaramente che non bisogna provare a fare le cose, bisogna farle e basta, quindi ho iniziato ad allenare i miei canali come illustrato da Zeland. Tornando a casa mi sentivo rilassato e sereno come non mi capitava da tanto tempo, e di una grossa preoccupazione che aveva reso molto tesi i giorni precedenti non c'era più traccia. Mi spiego: da Ottobre sono alla ricerca di un posto di lavoro, ma vuoi per colpa "della crisi", vuoi per la mia età non proprio verdissima, avevo messo insieme una bella collezione di "no gazie". Ieri mattina sono stato convocato per un colloquio e oggi ho fatto il mio primo giorno di lavoro. E' un lavoro faticoso e sporco, ma é un lavoro. Più avanti si vedrà
. Casualità?
. Approfittando della calma del luogo e del fatto che mi sentivo rilassato e aperto, ho iniziato ad allenare un po' i canali energetici. Copio e incollo dal sito "www.cnos.org": "C'è una tentazione tipica di chi, come noi, è in qualche misura portatore dell'eredità culturale ellenistica: quella di pensare che, una volta conosciute le cose, tutto sia risolto. L'eureka (ho incontrato la soluzione perché ho capito) dell'antico saggio Archimede riflette il nostro modo frequente di affrontare le cose. Ci pare che in definitiva stia lì, nel conoscere bene le cose, la soluzione di tutto".
Il rischio é, in certi casi, di leggere, capire, imparare, ma NON METTERE IN PRATICA! E questa invece é la parte più importante, quella che permette alla nostra vita di essere la festa per la quale siamo venuti qui. Certo non é facile "smontare" tutti gli stereotipi che condizionano l'esistenza, ma é necessario...
Tralasciamo il fatto che mi trovavo in un monastero e tralasciamo anche le raffigurazioni religiose, sono elementi ininfluenti; prendiamo in esame solo la frase. Io l'ho interpretata come un segno, un invito ad agire senza perdere tempo. Zeland afferma chiaramente che non bisogna provare a fare le cose, bisogna farle e basta, quindi ho iniziato ad allenare i miei canali come illustrato da Zeland. Tornando a casa mi sentivo rilassato e sereno come non mi capitava da tanto tempo, e di una grossa preoccupazione che aveva reso molto tesi i giorni precedenti non c'era più traccia. Mi spiego: da Ottobre sono alla ricerca di un posto di lavoro, ma vuoi per colpa "della crisi", vuoi per la mia età non proprio verdissima, avevo messo insieme una bella collezione di "no gazie". Ieri mattina sono stato convocato per un colloquio e oggi ho fatto il mio primo giorno di lavoro. E' un lavoro faticoso e sporco, ma é un lavoro. Più avanti si vedrà
. Casualità?
. Sono i pendoli che ci vengono a cercare per sottrarci energia o siamo noi che quando "dormiamo" glie la offriamo di nostra iniziativa? Probabilmente si tratta di una domanda inutile. Ciò che conta é rendersi conto che in una determinata circostanza stiamo per essere agganciati da un pendolo, e quindi estinguerlo o affossarlo. Già da diversi mesi, forse presentendo l'arrivo del RT nella mia vita, ho iniziato ad affossare il pendolo del tifo calcistico 
. Guardo ancora volentieri una partita di calcio ma non sono più disponibile per discussioni, litigi, sfottò e tutto ciò che in passato mi ha sottratto energia a causa del calcio. Per questo "affossamento" é stato sufficiente ridurre l'importanza interna (non mi interessa più "avere ragione, averla vinta") e l'importanza esterna ( se la squadra per la quale faccio il tifo vince, bene; se perde amen, la mia vita non é il campionato e nemmeno la coppa dei campioni...) 
. Sono intenzionato a passare tutti gli aspetti della mia vita sotto la lente del RT per fare una bella "pulizia" e per iniziare a sentire il fruscio delle stelle del mattino. Adesso c'é ancora troppo rumore. Ho notato che sottolinei spesso l'importanza di essere rilassati per "surfare" in modo efficace. Il capitolo sull'energia mi ha molto coinvolto, segno evidente che devo "lavorare" su quel tema. Infatti spesso mi sorprendo con interi fasci muscolari tesi, persino sdraiato a letto. 
. In effetti penso un po' troppo al mio fine e, cosa sicuramente "dannosa", mi preoccupo per "la porta". Quando penso al mio fine e al processo di realizzazione provo sensazioni bellissime, mi sento in armonia con l'universo e mi vedo perfettamente calato in quella variante, però poi non riesco a non pensare come potrà fare l'intenzione esterna (lapsus, stavo scrivendo interna...) a farmici arrivare. Potresti essere un po' più esplicito su cosa intendi con ".. se, di tanto in tanto, ti "fermi" e diventi consapevole ...", perché ho la sensazione che sia il punto nodale della mia attuale condizione e mi piacerebbe approfondire. 
. Questa sera ho le braccia indolenzite ma mi sento "a posto". Il mio fine é sempre in cantiere e si stà realizzando. Io però devo accettare quello che ho e quello che sono ADESSO! Non devo confondere una fuga dalla mia attuale realtà con un fine.