Salve a tutti,
mi serve confrontarmi con chi ha capito in che modo gestire alcune emozioni prettamente positive che fino ad adesso avevo considerato come spinte senza controindicazioni (ad es. Zeland cita a pag. 57 l'amore e in un altro punto che non ho ritrovato l'entusiasmo) e che invece mi par di capire che possono essere "ganci" per captare risonanza dai pendoli o generatori di potenziali superflui che possono scatenare le forze equilibratrici.
Sicuramente alla base di tutto il Transurfing c'è l'equilibrio cioè quello stato "distaccato" che ci deve portare ad essere più osservatori che protagonisti e di conseguenza a spostarci senza sforzo in superficie senza sprofondare. Allo stesso tempo il mio carattere "positivo" e la mia tendenza a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, mi portano spesso a "vibrare" trasmettendo emozioni a questo punto da dominare quanto la tendenza a vedere il negativo.
O sbaglio?
Transurfing Studio e Applicazione ⇒ Emozioni
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Ci sono utenti sedicenti "coach" del Transurfing che si iscrivono solo per promuovere il proprio sito inerente a tale qualifica, senza poi partecipare attivamente al forum. Alcuni affermano di essere stati autorizzati da Vadim Zeland. Premesso che Vadim Zeland non ha addestrato personalmente nessuno, eventuali dichiarazioni verbali di autorizzazione all'insegnamento del "metodo Transurfing" fatte dallo stesso non sono supportate da questo forum. Chi non compare nel sito ufficiale zelands.com e volesse confermare l'ufficialità di quanto dichiara può inviare in allegato dal modulo dei "Contatti" copia di una dichiarazione scritta firmata da Vadim Zeland. Diversamente, considerando anche che tali utenti non partecipano attivamente al forum saranno considerati "spammer".
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Re: Emozioni
E' un punto interessante che anch'io mi sono chiesta, visto che ho la tua stessa tendenza. Però io penso di aver capito (sentiremo anche qualcun altro cosa ne pensa) che a scatenare il potenziale superfluo sia il vivere con esagerazione sia il dolore che la gioia, come appunto dicevi anche tu. Ma la misura di questa esagerazione non può essere oggettiva e uguale per tutti, perchè siamo diversi. Se tu sei una persona solare non ti si può obbligare a contenerti ogni volta che ti senti sprizzare di gioia spontaneamente, sarebbe contro natura! Credo quindi che non ci sia una misura uguale per tutti, ma forse piuttosto un misto tra un' oggettività di buon senso generale relazionato però anche al carattere e al temperamento di una persona.
Un po' diverso invece, sempre secondo come l'ho capito io, è quando uno formula un desiderio, anzi "sceglie" poniamo un viaggio che vorrebbe fare ma che non può permettersi perchè troppo costoso. Zeland dice: "Scegli con fermezza e sicurezza (non con pretesa), come se andassi a ritirare la posta, permettiti di avere". Il che significa credo che uno dovrebbe avere dentro di sè ormai la convinzione di meritarselo, visto che spesso non abbiamo le cose che vorremmo perchè non ci vogliamo abbastanza bene e non pensiamo quindi, sotto sotto, di meritarcele, inoltre la mente interviene sempre a dire "Sì, ma in che modo?", mentre il modo compete all'intenzione esterna. E una volta che questa scelta è fatta dovremmo agire come se l'avessimo già ottenuta, quindi tornando all'esempio: comprare una cartina, controllare gli itinerari, fare dei piani di viaggio, immaginarsi di essere già là vivendo nella nostra mente qualche circostanza in prima persona e non come spettatore della nostra fantasia ecc. Se però tutto questo finisce per creare molta aspettativa e quindi far nascere il timore che non si realizzi, allora vuol dire che si è dato troppa importanza. Infatti il timore nasce dal forte desiderio che si realizzi e il desiderio è speranza, non è certezza, se tu fossi certa non avresti timori e se invece continui a desiderare e sperare rimani sulla variante della speranza. In quel caso, dice, che dovresti abbassare l'importanza accettando anche la possibilità che non avvenga, trovarti un'eventuale alternativa tipo piano B (beh, se non vado alle Mauritius andrò a Rimini e rivedrò i miei amici!) e poi non pensarci più ma rimanere con la tranquilla decisione di avere. Il che significa che continui a permetterti di avere quel viaggio e quindi continui a pensare con fermezza che l'hai scelto, ma non ci pensi più con animo euforico per non innescare la spirale di cui sopra. Resta inteso che se poi si realizza puoi anche stappare una bottiglia di champagne e fare capriole! Una volta che un bene o un evento è acquisito penso che sia più che lecito gioirne, altrimenti la vita sarebbe un funerale!
Attendo curiosa altri confronti e vi saluto tutti.
Un po' diverso invece, sempre secondo come l'ho capito io, è quando uno formula un desiderio, anzi "sceglie" poniamo un viaggio che vorrebbe fare ma che non può permettersi perchè troppo costoso. Zeland dice: "Scegli con fermezza e sicurezza (non con pretesa), come se andassi a ritirare la posta, permettiti di avere". Il che significa credo che uno dovrebbe avere dentro di sè ormai la convinzione di meritarselo, visto che spesso non abbiamo le cose che vorremmo perchè non ci vogliamo abbastanza bene e non pensiamo quindi, sotto sotto, di meritarcele, inoltre la mente interviene sempre a dire "Sì, ma in che modo?", mentre il modo compete all'intenzione esterna. E una volta che questa scelta è fatta dovremmo agire come se l'avessimo già ottenuta, quindi tornando all'esempio: comprare una cartina, controllare gli itinerari, fare dei piani di viaggio, immaginarsi di essere già là vivendo nella nostra mente qualche circostanza in prima persona e non come spettatore della nostra fantasia ecc. Se però tutto questo finisce per creare molta aspettativa e quindi far nascere il timore che non si realizzi, allora vuol dire che si è dato troppa importanza. Infatti il timore nasce dal forte desiderio che si realizzi e il desiderio è speranza, non è certezza, se tu fossi certa non avresti timori e se invece continui a desiderare e sperare rimani sulla variante della speranza. In quel caso, dice, che dovresti abbassare l'importanza accettando anche la possibilità che non avvenga, trovarti un'eventuale alternativa tipo piano B (beh, se non vado alle Mauritius andrò a Rimini e rivedrò i miei amici!) e poi non pensarci più ma rimanere con la tranquilla decisione di avere. Il che significa che continui a permetterti di avere quel viaggio e quindi continui a pensare con fermezza che l'hai scelto, ma non ci pensi più con animo euforico per non innescare la spirale di cui sopra. Resta inteso che se poi si realizza puoi anche stappare una bottiglia di champagne e fare capriole! Una volta che un bene o un evento è acquisito penso che sia più che lecito gioirne, altrimenti la vita sarebbe un funerale!
Attendo curiosa altri confronti e vi saluto tutti.
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Re: Emozioni
Ciao,
a questo proposito , per quanto mi riguarda, da quando pratico il transurfing mi aspetto sempre il meglio per me .
E' ovvio che anche io parto dall'essere fondamentalmente ottimista ma un conto e' una predisposizione e un conto è un comportamento coscientemente guidato.
Attualmente mi sto concentrando sui passaggi indotti e mi pare di aver capito che decidere di trovarsi a cavalcare, proprio in questo momento, l'onda della fortuna è importantissimo.
Come fare?
Riconosco ogni evento , (e dico proprio tutti dai parcheggi agli incontri, ai ritardi o gli anticipi) come fortunato ,per qualche ragione, e mi accorgo che dopo un pò le ragioni diventano sempre più palesi e gli eventi sempre più fortunati come l'ultimo che mi è accaduto nel mio lavoro portandomi alla conclusione di una importante trattativa.
Il riconoscimento della fortuità delle cose, tuttavia non è uguale all'attribuzione di importanza , semplicemente mi dico che è il meglio per me .
Nel frattempo continuo a sperimentare e i miglioramenti sono arrivati anche grazie ad alcuni illuminanti post che ho ho letto su questo forum.
Quindi... GRAZIE a tutti coloro che condividono la propria esperienza nel transurfing!
Un abbraccio
Roberta
a questo proposito , per quanto mi riguarda, da quando pratico il transurfing mi aspetto sempre il meglio per me .
E' ovvio che anche io parto dall'essere fondamentalmente ottimista ma un conto e' una predisposizione e un conto è un comportamento coscientemente guidato.
Attualmente mi sto concentrando sui passaggi indotti e mi pare di aver capito che decidere di trovarsi a cavalcare, proprio in questo momento, l'onda della fortuna è importantissimo.
Come fare?
Riconosco ogni evento , (e dico proprio tutti dai parcheggi agli incontri, ai ritardi o gli anticipi) come fortunato ,per qualche ragione, e mi accorgo che dopo un pò le ragioni diventano sempre più palesi e gli eventi sempre più fortunati come l'ultimo che mi è accaduto nel mio lavoro portandomi alla conclusione di una importante trattativa.
Il riconoscimento della fortuità delle cose, tuttavia non è uguale all'attribuzione di importanza , semplicemente mi dico che è il meglio per me .
Nel frattempo continuo a sperimentare e i miglioramenti sono arrivati anche grazie ad alcuni illuminanti post che ho ho letto su questo forum.
Quindi... GRAZIE a tutti coloro che condividono la propria esperienza nel transurfing!
Un abbraccio
Roberta
- renato
- Moderatore
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- Iscritto il: 20 nov 2009, 14:58
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Re: Emozioni
Ciao Paola,paola64 ha scritto:Salve a tutti,
mi serve confrontarmi con chi ha capito in che modo gestire alcune emozioni prettamente positive che fino ad adesso avevo considerato come spinte senza controindicazioni (ad es. Zeland cita a pag. 57 l'amore e in un altro punto che non ho ritrovato l'entusiasmo) e che invece mi par di capire che possono essere "ganci" per captare risonanza dai pendoli o generatori di potenziali superflui che possono scatenare le forze equilibratrici.
Sicuramente alla base di tutto il Transurfing c'è l'equilibrio cioè quello stato "distaccato" che ci deve portare ad essere più osservatori che protagonisti e di conseguenza a spostarci senza sforzo in superficie senza sprofondare. Allo stesso tempo il mio carattere "positivo" e la mia tendenza a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, mi portano spesso a "vibrare" trasmettendo emozioni a questo punto da dominare quanto la tendenza a vedere il negativo.
O sbaglio?
quello che sto x scrivere è solo una prospettiva tra le tante possibili. Leggendo Vadim mi sono reso conto che ci si dovrebbe tarare contemporaneamente su due "visioni" o "prospettive": una contingente e focalizzata su contorni/confini vicini o, se vuoi, limitati e una che spazia all'infinito dove tutto è possibile e dove quell'orticello che stiamo coltivando esiste anch'esso ASSIEME a tutto il resto Quando ci focalizziamo sul vicino e contingente perdiamo la prospettiva del lontano e dell'insieme
Tararsi sulle emozioni positive può essere una piccola prigione: quali sono le intenzioni che ti muovono ? Quale eserienza vuoi vivere, in realtà ? Si può rischiare di essere presi e concentrati sulle belle emozioni NON considerando le situazioni nelle quali ci troviamo e che ci fanno vivere quelle vibrazioni con il reale rischio di restare dipendenti dal provare la bella emozione del momento .. come farfalline atratte da qualsiasi luce ci sia in giro + che perseguire i nostri scopi, i nostri intenti.
ciao
renato
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- Iscritto il: 1 dic 2009, 14:46
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Re: Emozioni
Ciao Paola64, condivido quanto detto da armonia, non credo che dobbiamo cambiare il modo di comportarci, tanto meno nel tuo caso; essere ottimisti, vedere il bicchiere mezzo pieno è un ottimo modo di affrontare la vita, il difficile stà nel mantenere la visione positiva nei momenti di difficoltà in modo da poter essere sempre nella variante della fortuna.
Le emozioni sono un capitolo che purtroppo sto ancora cercando di capire, ma grazie la condivisione sono sicura che a breve capiremo il loro contesto nella realizzazione dei nostri obiettivi.
un forte abbraccio a tutti
Rebecca
Le emozioni sono un capitolo che purtroppo sto ancora cercando di capire, ma grazie la condivisione sono sicura che a breve capiremo il loro contesto nella realizzazione dei nostri obiettivi.
un forte abbraccio a tutti
Rebecca
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- Messaggi: 22
- Iscritto il: 12 feb 2010, 12:44
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Re: Emozioni
Ciao a tutti, e prima di riprendere il discorso grazie a chi è intervenuto sul "sasso" lanciato nello stagno che ritengo un prezioso stimolo e confronto. Mi piace molto riconoscere nelle varie risposte il mio stesso impulso a comprendere e lo ritengo un meraviglioso dono per me.
Mi riferisco in particolare a Renato.
E' vero quello che tu dici. Riconosco che può diventare un rischio, soprattutto una tendenza a creare "dipendenza" dal momento immediato il ricavare quella sensazione di benessere, in un qualche modo accontentandosi e facendoselo bastare, perdendo di vista l'orizzonte più ampio.
Non bisogna diventare miopi rispetto ai propri fini e invece "ricordare" che le emozioni positive e l'apprezzamento dell'orticello di casa sono solo quel combustibile virtuale che deve alimentare la sensazione della "Festa" interiore che Zeland ha così bene descritto, combustibile indispensabile per "marciare a tutto vapore" verso le lande sconfinate dei propri sogni.
Mi riferisco in particolare a Renato.
E' vero quello che tu dici. Riconosco che può diventare un rischio, soprattutto una tendenza a creare "dipendenza" dal momento immediato il ricavare quella sensazione di benessere, in un qualche modo accontentandosi e facendoselo bastare, perdendo di vista l'orizzonte più ampio.
Non bisogna diventare miopi rispetto ai propri fini e invece "ricordare" che le emozioni positive e l'apprezzamento dell'orticello di casa sono solo quel combustibile virtuale che deve alimentare la sensazione della "Festa" interiore che Zeland ha così bene descritto, combustibile indispensabile per "marciare a tutto vapore" verso le lande sconfinate dei propri sogni.
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- Iscritto il: 24 nov 2009, 11:12
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Re: Emozioni
Infatti Zeland non dice affatto di adagiarsi e accontentarsi, ma raccomanda anzi di avere un obiettivo di ampio respiro e, nel frattempo, una scaletta per arrivarci gradualmente. Intanto uno può gioire del raggiungimento del primo gradino, poi del secondo, del terzo e così via, sapendo che l'obiettivo finale si raggiungerà in un certo tempo e non di colpo. L'abitudine comunque di sottolineare sempre l'aspetto positivo di ciò che ci accade, ma anche (sempre Zeland) di considerare che pure qualcosa di apparentemente negativo è sempre la cosa migliore per noi (magari anche solo a livello di esperienza che però fa crescere), realizza quella variante dove poi le cose effettivamente sono così.
Comunque a livello di emozioni penso che ognuno debba essere ciò che sente più consono alla sua natura, uno deve sentirsi libero e spontaneo, altrimenti come fa a scoprire la sua unicità e a capire che cosa vuole davvero la sua anima se si sente imprigionato in uno schema di comportamento emotivo? Gli schemi vanno bene per capire un funzionamento generale, ma poi ognuno deve modulare su di sè, esplorare e scoprirsi. I passi del valzer sono uguali per tutti ma non tutti ballano allo stesso modo.
Un caro saluto a tutti
Comunque a livello di emozioni penso che ognuno debba essere ciò che sente più consono alla sua natura, uno deve sentirsi libero e spontaneo, altrimenti come fa a scoprire la sua unicità e a capire che cosa vuole davvero la sua anima se si sente imprigionato in uno schema di comportamento emotivo? Gli schemi vanno bene per capire un funzionamento generale, ma poi ognuno deve modulare su di sè, esplorare e scoprirsi. I passi del valzer sono uguali per tutti ma non tutti ballano allo stesso modo.
Un caro saluto a tutti
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