Ciao a tutti,
trovo delle difficoltà nel capire il secondo libro e mi chiedevo se qualche volenteroso che ha meno nebbia davanti agli occhi del sottoscritto potesse darmi una mano.
Sto leggendo il libro in inglese, di cui sono venuto a conoscenza su questo sito, non l'ho ancora terminato, ma mi sono fermato al primo capitolo perchè non sono riuscito ad afferrare il significato dell' "intenzione esterna" e non vorrei procedere oltre nella lettura prima di aver chiarito la cosa.
Credo di aver capito "concettualmente", ma non praticamente sul da farsi. In realtà credo proprio che non c'è "da fare" niente, nel senso più comune del termine, e da qui la difficoltà di capire.
Effettivamente l'autore stesso ha sottolineato la difficoltà di comprendere il significato dell'intenzione esterna e si è prodigato in molte spiegazioni ed esempi.
Per me la nebbia.
Grazie per chi mi può aiutare a capire.
Vincenzo
Transurfing Studio e Applicazione ⇒ Intenzione esterna: difficile da capire
Forum per chi ha letto almeno il libro "Lo Spazio delle Varianti"
Regole del forum
Ci sono utenti sedicenti "coach" del Transurfing che si iscrivono solo per promuovere il proprio sito inerente a tale qualifica, senza poi partecipare attivamente al forum. Alcuni affermano di essere stati autorizzati da Vadim Zeland. Premesso che Vadim Zeland non ha addestrato personalmente nessuno, eventuali dichiarazioni verbali di autorizzazione all'insegnamento del "metodo Transurfing" fatte dallo stesso non sono supportate da questo forum. Chi non compare nel sito ufficiale zelands.com e volesse confermare l'ufficialità di quanto dichiara può inviare in allegato dal modulo dei "Contatti" copia di una dichiarazione scritta firmata da Vadim Zeland. Diversamente, considerando anche che tali utenti non partecipano attivamente al forum saranno considerati "spammer".
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- renato
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Re: Intenzione esterna: difficile da capire
Ciao Vincenzo,Vincenzo ha scritto:Ciao a tutti,
trovo delle difficoltà nel capire il secondo libro.... non sono riuscito ad afferrare il significato dell' "intenzione esterna" e non vorrei procedere oltre nella lettura prima di aver chiarito la cosa.
ben arrivato
Questo forum si è dato anche la regola di trattare solo gli argomenti dei libri pubblicati in lingua italiana. Per trattare questo argomento .. si dovrà attendere giugno di quest'anno
Mi permetto di esprimere una opinione personale, in senso generale: ci sono aspetti della vita, tanti, che non possono essere razionalizzati e quindi "capiti" nel senso tradizionale che condividiamo nella nostra società. Quando siamo "persi" nelle nostre elucubrazioni mentali e dialoghi interiori non abbiamo la possibilità di essere sensibili a ciò che ci accade là fuori non riusciamo a cogliere quelli che Zeland chiama "segnali" e, sopratutto, tutto quel rumore tiene impegnata la nostra attenzione e ci limitiamo tenendo lontana da noi la facoltà dell'intuizione.
L'esercizio costante che possiamo fare è quello di non dare importanza a ... tutto ! Nel non dare importanza ai vari aspetti della vita c'e' un rilassamento, una tranquillità, anche mentale, che ci rende + sensibili, a tutto tondo, della nostra vita .. interna ed esterna ed è da questo stato pacifico e rilassato che abbiamo, in ogni momento della nostra esistenza, la possibilità di scegliere .. quale direzione prendere, quale reazione esprimere.
Ho letto i tre libri in inglese, credo che il comprendere a fondo un libro alla volta, considerando anche quali intuizioni ci arrivano mentre lo rileggiamo, sia una buona regola x passare al successivo con "la base giusta" altrimenti si rischia di correre e lascire qualche pezzo x strada
Buona vita
renato
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- Città:
Re: Intenzione esterna: difficile da capire
Ciao Renato,
grazie infinite per la tua risposta, non avevo notato la regola, attenderò giugno dunque.
Il primo libro l'ho già letto tre volte e ritengo di averlo compreso, tanto che mi sto adoperando per fare del Transurfing il mio modo di pensare. Più che imparare cose nuove, sono rimasto sorpreso delle quantità di cose che occorre disimparare... e piccoli risultati non si sono fatti attendere.
Per il resto si tratta di "praticare".
Con lo stesso spirito mi sono cimentato nella lettura del secondo libro e stavolta mi è dispiaciuto non comprendere. E' vero tuttavia, come dici tu, che mi perdo spesso in elucubrazioni e un rumoraccio di sottofondo mi tiene impegnato...
Proverò a cambiare approccio e proseguire nella lettura cercando di "sentire", anziché "capire".
Grazie di cuore
Vincenzo
grazie infinite per la tua risposta, non avevo notato la regola, attenderò giugno dunque.
Il primo libro l'ho già letto tre volte e ritengo di averlo compreso, tanto che mi sto adoperando per fare del Transurfing il mio modo di pensare. Più che imparare cose nuove, sono rimasto sorpreso delle quantità di cose che occorre disimparare... e piccoli risultati non si sono fatti attendere.
Per il resto si tratta di "praticare".
Con lo stesso spirito mi sono cimentato nella lettura del secondo libro e stavolta mi è dispiaciuto non comprendere. E' vero tuttavia, come dici tu, che mi perdo spesso in elucubrazioni e un rumoraccio di sottofondo mi tiene impegnato...
Proverò a cambiare approccio e proseguire nella lettura cercando di "sentire", anziché "capire".
Grazie di cuore
Vincenzo
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Re: Intenzione esterna: difficile da capire
L'argomento per la verità mi sembra importante anche rispetto al primo libro, di cui appunto ci stiamo occupando, per poter capire come cambiare la realtà e quindi fare il passaggio di variante. Io ho letto 2 volte il primo e sto leggendo il secondo. Credo di non anticipare nulla dicendo quello che sto per dire perchè Zeland ne ha parlato anche nel primo, anche se nel secondo va più a fondo e precisa meglio e con più particolari ed esempi. Se non è così censuratemi pure, ma io proverei a dare una risposta, almeno così come l'ho capita io, perchè mi sembra importante (relativamente, ok, non creiamo potenziali superflui...) per poter capire come dicevo la dinamica dei passaggi di variante. Dunque secondo il mio comprendonio Zeland afferma che l'intenzione interna attiene alla mente, cioè al raziocinio, al desiderio mentre l'intenzione esterna è più vicina all'anima, che è istinto, intuito, inconscio e quant'altre qualità che fanno un NOI a tutto tondo (sarebbe meglio dire un sè), cioè la nostra individualità intesa come unicità, da scoprire o riscoprire. Questo però non significa che l'intenzione esterna appartenga all'anima, ma solo che le è più vicina e che quindi riesci a percepirla quanto più ti avvicini al sentire della tua anima, fondendo il più possibile mente e anima. Capacità questa che l'uomo possedeva di più una volta e che coll'andare del tempo si è perduta, soprattutto nei tempi tecnologici. Di questo parla un po' più ampiamente il secondo libro, per cui non posso andare oltre. Quello che credo dicesse anche il primo è che Zeland non sa cosa sia esattamente l'intenzione esterna, uno può chiamarla Dio oppure Regola fisico-quantica dell'universo, il fatto è che entra in azione e trasforma l'intenzione interna in realtà, conducendoti GRADUALMENTE su un'altra variante, quando vede che mente e anima sono in accordo e c'è l'azione, il MOVIMENTO per andare a prendere. Quando ci sono queste due condizioni si può ragionevolmente pensare che l'intenzione esterna traduca ciò che chiedi in realtà, e lo fa a volte nella maniera più incredibile e con le "coincidenze" più incredibili. Il secondo libro parla più diffusamente di questo Movimento e della Gradualità e di altre cose ancora. Ma comunque giugno non è lontano e intanto uno può esercitarsi con i pendoli, col giusto distacco (che non è infischiarsene!) ma anche col rispetto e l'amore universale e incondizionato, che non solo sono indispensabili per poter passare alla seconda fase, ma ti assicuro che già da soli (anche quando non riesci ad attuarli sempre, però mi raccomando almeno spesso!) fanno piccoli e grandi miracoli quotidiani.
Un caro caluto
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