Anche io ho appena iniziato a leggere il libro:
lo spazio delle varianti e devo dire che finché lo leggo lo comprendo abbastanza, anzi mi ci ritrovo con altre letture di metafisica ma, quando devo elaborare con le mie parole senza leggere il concetto e quindi metabolizzarlo per renderlo parte attiva, allora mi perdo, sono disorientata.
Non sarà perché c'è una nuova terminologia da apprendere e da sostituire con una terminologia già superata?
Con l'introduzione del nuovo, il vecchio deve essere abbandonato.
A volte le nuove idee radicali in questo caso rappresentate nel libro richiedono senz'altro attenzione e pazienza e credo che non sarà una lettura facile.
Parecchie nozioni sono piuttosto difficili almeno in parte.
Riconoscere queste nuove idee richiede una demolizione di molto di ciò in cui la scienza moderna crede e, in un certo senso, implica un ri-cominciare da zero.
Mi sembra di capire che c'è un enorme campo di forza, che collega tutte le persone, le loro intenzioni e i loro pensieri, e ogni forma di materia animata e inanimata di ogni epoca.
Se ho ben capito, non esistono avvenimenti casuali o intenzioni individuali.
Questa è una bella occasione per capire se questo tipo di lettura può estendersi ben oltre qualsiasi distanza del pensiero umano in uno stato di puro potenziale, di infinite possibilità.
Ho interpretato male?
Un abbraccio
Maryza
Col tempo tutto si chiarisce: non c'è nulla da demolire, si tratta di ampliare i confini del nostro conosciuto, di metterci a giocare nella vita e con la vita scoprendo prospettive nuove e, in questo, scoprirci nuovi anche noi.
