Transurfing Studio e Applicazione ⇒ “Transurfing? Ne ho già sentito parlare. Nulla di nuovo.

[Nordenkapp]

ri-ciao giulio , mi sono accorta che non ho risposto all'ultima tua domanda sull'intenzione esterna.
A me succede questa cosa qua: c'è una realtà in cui vorrei vivere, e questo in diversi ambiti, e che per il momento non vivo...ecco, io sento, in maniera inequivocabile, reale così come sento reale che sto scrivendo in questo momento...che questa realtà esiste già, e che questa realtà la sto già vivendo, in qualche modo e da qualche parte! Prima di Zeland, non riuscivo a darmi una spiegazione di questo, e non che me ne preoccupassi, mi dicevo genericamente "sento che succederà così...". Altro grosso merito di Zeland, secondo me, è di aver spiegato il modello delle varianti, ed è questo a mio parere che spiega queste mie sensazioni così chiare...è come se una parte di me (l'anima?) percepisse queste varianti dove queste cose sono già manifeste, e ora so che quello che mi separa da queste sono le cose che sappiamo: pendoli, importanza, accordo di anima e ragione in senso negativo, paura di uscire dalla zona di comfort, ecc...
Diciamo che non mi faccio delle vere e proprie diapositive, ma piuttosto è come se una parte di me percepisse già le cose come esistenti, mentre al momento vivo su un'altra variante, e a questo proposito sarei io curiosa di sentire cosa ne pensate...

Sono neofita, ma il mio sistema è quello di usare la frase "Si da il caso che (inserisco ciò che mi interessa)" dandone una ragione logica di esistenza, senza affermare di volerla, ma proprio come esiste il telecomando del TV, vado su un canale dove so che fanno quello che mi interessa, non sono io che programmo la scaletta.
Piuttosto, ho il dubbio di interpretazione a pag 68 del "fruscio delle stelle al mattino" dove si ricorda "per ridurre l'importanza del fine, prepararsi alla sconfitta dall'inizio". Questo può darsi che sia dovuto alla traduzione, ma a me suona come per esempio "Si da il caso che la persona X si metterà in contatto con me" e nel frattempo penso che non lo farà, allora andrei in corto circuito per la volontà ...... invece ritego che sia più corretto "La persona X si metterà in contatto con me" ..... e nel frattempo penso (anche se mi interessa) che la cosa non mi tange (come non mi interessa se domani mattina vedo prima un' auto bianca o rossa) e quindi sminuisco l'importanza; voi come vedete quest'interpretazione? Grazie anticipate

[renato]

... Piuttosto, ho il dubbio di interpretazione a pag 68 del "fruscio delle stelle al mattino" dove si ricorda "per ridurre l'importanza del fine, prepararsi alla sconfitta dall'inizio". Questo può darsi che sia dovuto alla traduzione, ma a me suona come per esempio "Si da il caso che la persona X si metterà in contatto con me" e nel frattempo penso che non lo farà, allora andrei in corto circuito per la volontà ...... invece ritego che sia più corretto "La persona X si metterà in contatto con me" ..... e nel frattempo penso (anche se mi interessa) che la cosa non mi tange (come non mi interessa se domani mattina vedo prima un' auto bianca o rossa) e quindi sminuisco l'importanza; voi come vedete quest'interpretazione? Grazie anticipate

Ciao Nordenkapp,
nel testo in inglese il termine usato è defeat = sconfitta, fallimento.
Rileggi con calma le pag. dalla 64 alla 66 (sopratutto pag. 66 per la risposta alla tua domanda) e cerca le intuizioni che ti arrivano a proposito di desiderio e intenzione
Il potenziale d'importanza .. genera il dubbio: non c'è unità tra anima e ragione. .. l'importanza trattiene la ragione nelle reti del buon senso. ... la ragione si trova in balia dei pregiudizi e delle false idee imposte dai pendoli, .. che ci tirano di nuovo per i fili dell'importanza.

..la riduzione dell'importanza e la rinuncia al desiderio (viene usato il termine desiderio, non intento) di raggiungere il fine(Vadim ripete spesso che nel RT non c'è nulla da raggiungere, ma che tutto "si materializza" quando scivoliamo nella variante del nostro intento).

.. la depurazione dell'intenzione dal desiderio ...

.. occorre voler agire senza desiderare ... voi non dovete avere il desiderio, ma solo l'intenzione pura (che si ottiene riducendo l'importanza sia interna che esterna).

A monte di tutto ciò c'è la nostra volontà di controllare tutto ciò che succede, ma questo ci tiene legato alla prospettiva della nostra intenzione interna, con tutti i suoi limiti e "insicurezze". Inoltre questo continuo "controllare" ci tiene molto tesi, ci rende frustrati e .. un po paranoici: non possiamo controllare i pensieri col pensiero stesso

Buone riflessioni, intuizioni e .. buon transurfing

renato

[Maluc]

ciao nordenkapp, quello che mi viene da dire è che non ci sono neofiti o esperti...
io ho cercato di descrivere il modo in cui "sento" questa infinita "varietà di varianti" mi viene da dire, e come cerco di "sintonizzarmi" con quella che fa "cantare la mia anima"...
se a te viene meglio pensare "si dà il caso che..." va bene, a me sembrerebbe di fare una scelta di ...ragione, con tutto quello che segue, e che renato ha descritto così bene (renato i tuoi post sono tutti da stampare...), anche il fatto che "andrebbe in corto circuito la volontà" io la sento come una scelta di "ragione"...
Io sento che esiste quella variante e mi sintonizzo con quella, sapendo che ci saranno comunque tempi e modi per quanto riguarda la manifestazione materiale, ma senza dirmi "frasi", l'unica frase che mi dico spesso, più volte al giorno è "svegliati, svegliati", non appena mi rendo conto che mi prende un pendolo, che sto iniziando a pensare "non ci riesco", appena mi rendo conto che mi sto facendo prendere da importanza, desiderio, sconforto, ecc...ecc...e allora mi sembra di vedere il mio ego che "costruisce" e "gioca" con queste circostanze per restare attaccato a quelle circonstanze che si è costruito e che, seppur negative, costituiscono le sue certezze, le sue modalità, e allora sento che posso ritornare all'essere che "sta in mezzo al mare con la sua tavola da surf" schiodarmi ( luciano) e virare da un'altra parte ...

[giulio]

se devo essere sincero non sono proprio del tutto sicuro che la domanda di cui sopra mi venga fatta in buona fede o meno; preferisco, tuttavia, optare per la prima possibilità e rispondo anche se,forse, dovrò uscire un pò "fuori traccia":
Abbiamo un conflitto con noi stessi quando due o più parti di noi ci spingono a fare o a dire o, ancora, a comportarci in un modo non univoco o addirittura opposto a ciò che vorremmo, o meglio, una parte di noi vorrebbe una determinata cosa mentre un'altra si oppone all'avvenimento o anche ne vorrebbe un'altra. Ciò può produrre dolore ed essere causa di molti dei nostri fallimenti e frustrazioni nonchè di occasioni perse ecc.ecc..
Un grande uomo nella prefazione ad una sua opera dice "sono riuscito a sconfiggere il mio peggiore nemico:era dentro di me."
Fiumi di libri sono stati scritti su questo argomento. La Bibbia degli induisti la Bavaghad Gita (la scena, tutta simbolica, è ambientata su un campo di battaglia) tratta metaforicamente della lotta all'interno dell'uomo tra le forze che tendono a trascinare il Sè in alto e quelle che trascinano il se in basso.Platone ne ha parlato nel Fedro descrivendo il mito dell'auriga ( i due cavalli rapppresentano l'anima razionale e l'anima passionale-istintiva che l'uomo deve imparare a domare).Qualche esempio? Vorrei intraprendere un certo corso di studi ma temo di essere inadeguato/a per lo studio, vorrei tanto avere una nuova storia d'amore ma ho già avuto molte delusioni e, magari, temo che, dopo un breve entusiasmo iniziale, potrei ritorvarmi a stare male; vorrei avere una promozione o cambiare lavoro ma poi una parte di me si sente indegna è piena di idee limitanti, o pensa che ci vorrebbero le conoscenze giuste o almeno molta fortuna, vorrei intraprendere una strada nuova ma poi temo di deludere le persone che mi stanno intorno, vorrei cambiare qualcosa nella mia vita ma poi penso di essere in là con gli anni ecc.ecc.
I conflitti interiori sono molto più comuni di quanto si pensi.
Il conflitto può essere alla base di situazioni di paralisi, oppure può produrre sofferenze con relativa impressione di non poter mai uscire da quella condizione dolorosa e frustrante. Questo avviene soprattutto in tutto quello che riguarda la perfetta espressione della propria personalità, nell'espressione delle proprie capacità, nella sfera affettiva e sessuale,

[renato]

...la Bavaghad Gita (la scena, tutta simbolica, è ambientata su un campo di battaglia) tratta metaforicamente della lotta all'interno dell'uomo tra le forze che tendono a trascinare il Sè in alto e quelle che trascinano il se in basso.Platone ne ha parlato nel Fedro descrivendo il mito dell'auriga ( i due cavalli rapppresentano l'anima razionale e l'anima passionale-istintiva che l'uomo deve imparare a domare).... I conflitti interiori sono molto più comuni di quanto si pensi. ..

Ciao Giulio,
di questo Vadim tratta sottolineando che troppo spesso siamo preda di pendoli (mode, condizionamenti, ..) che trasformiamo in desideri (con tutto quello che il desiderio comporta e che tu metti così bene in evidenza) .. mentre ci dovremmo abituare al puro intento ...

Teniamo anche conto che le "parti" di noi in conflitto sono una nostra costruzione di pensiero ... sono nostri avatar per giocare con maggior soddisfazione al gioco della vita

buon transurfing

renato

[Nordenkapp]

ciao nordenkapp, quello che mi viene da dire è che non ci sono neofiti o esperti...
io ho cercato di descrivere il modo in cui "sento" questa infinita "varietà di varianti" mi viene da dire, e come cerco di "sintonizzarmi" con quella che fa "cantare la mia anima"...
se a te viene meglio pensare "si dà il caso che..." va bene, a me sembrerebbe di fare una scelta di ...ragione, con tutto quello che segue, e che renato ha descritto così bene (renato i tuoi post sono tutti da stampare...), anche il fatto che "andrebbe in corto circuito la volontà" io la sento come una scelta di "ragione"...
Io sento che esiste quella variante e mi sintonizzo con quella, sapendo che ci saranno comunque tempi e modi per quanto riguarda la manifestazione materiale, ma senza dirmi "frasi", l'unica frase che mi dico spesso, più volte al giorno è "svegliati, svegliati", non appena mi rendo conto che mi prende un pendolo, che sto iniziando a pensare "non ci riesco", appena mi rendo conto che mi sto facendo prendere da importanza, desiderio, sconforto, ecc...ecc...e allora mi sembra di vedere il mio ego che "costruisce" e "gioca" con queste circostanze per restare attaccato a quelle circonstanze che si è costruito e che, seppur negative, costituiscono le sue certezze, le sue modalità, e allora sento che posso ritornare all'essere che "sta in mezzo al mare con la sua tavola da surf" schiodarmi ( luciano) e virare da un'altra parte ...

Ecco tu riesci a sentire la variante, io mi baso sulle parole che Vadim dice "vado a prendere la posta nella cassetta" ..... e so che mi arriva il giornale a cui sono abbonato, non c'è desiderio (almeno cerco di renderlo pari a zero) ..... è una azione quotidiana come far colazione, so che la variante esiste ed è quella.

[giulio]

ciao Nordennkapp io penso che quando Vadim inizia a fare gli esempi del tipo "si è creata la situazione per cui..." oppure quello della mosca che cozza contro il vetro ecc.ecc. voglia, più che altro, farci rendere conto della notevole diversità tra intenzione interna ed esterna. Lui vuole dire che quando agisce l'intenzione esterna la variante si palesa da sola senza bisogno di lottare o puntare più di tanto sull'azione ecc.ecc. siamo qui, tuttavia, per confrontarci e proprio per questo volevo chiederti se il fatto di assumere l'atteggiamento di cui parli, cioè prendere alla lettera quello che dice Vadim e cercare di iniziarla a vederla pedissequamente in questo modo ti ha già portato ad ottenere il palesamento della variante desiderata e se, per ora, parli più che altro del tuo modo di intendere questo punto del secondo libro.

[Nordenkapp]

Ciao Giulio, avendo iniziato da pochissimo (meno di 1 mese da quando ho acquistato il primo libro) devo fare molta strada in questo settore, posso solo dire che mentre leggevo, segnavo a lato con un semplice tratto di matita verticale, la parte operativa che mi sembrava più facile da mettere in pratica, poi di queste cose mi sono fatto di mio pugno un piccolo elenco su un block notes piccolo, di quelli 10x15 cm che così mi posso tenere in tasca (adesso che arriverà l'autunno e ci si veste più pesantemente) e rileggermi dove voglio i tratti salienti. Io posso dire che un paio di mal di testa evitati sul nascere ed una coincidenza in un incontro sono un buon punto d'inizio, credere nelle cose belle è sicuramente positivo (perchè dannarsi con cose brutte o semplicemente fastidiose se posso essere felice? ..... perchè per esempio pensare di incontrare una persona antipatica/o solo perchè siamo in un certo posto, quando magari non accade ..... pensiamo piuttosto di incontrarne uno/a simpatico/a che non vediamo da tempo). Ho già provato a sostituire un brutto ricordo del passato (quando si manifesta) con un piacevole diapositiva del futuro e la cosa mi mette di buon umore. Ho letto che molti di voi hanno altre conoscenze in ambiti di training autogeno, di pensieri orientali, ecc... io sono tabula rasa sotto quel profilo (posso dire che per diletto mi sono interessato un po' alla psicologia, ed i discorsi di Zeland su manipolatori ed altre cose filano alla perfezione), avendo una mente tecnica mi è molto semplice applicare sistemi pratici e capisco molto bene la parte di fisica (ovviamente non un trattato) di cui Zeland parla; forse proprio per quel motivo, ho qualche difficoltà sulla parte verbale. Mi piacciono anche altre frasi "Ho semplicemente deciso che sarà così" e la do per scontato che sia la realtà futura, ed anche "Se non mi piacciono le mele, le tolgo semplicemente dalla mia vita" e nel frattempo immagino la situazione. Scusa, non so se ho risposto alla tua domanda, nel qual caso cercherò di farlo la prox volta.

[giulio]

si ma vedi, a mio avviso, (preciso di non ritenermi il depositario della sola verità nè,certo, la mia opinione vale più di quella degli altri, come diceva Maluc, non esistono neofiti ed esperti) la condizione cui fai cenno " ho semplicemente deciso..." scaturisce dalla piena unità di anima e ragione ...è una certezza senza dubbi, un vero e proprio sapere...raggiunta tale unità potrai contare sull'aiuto dell'intenzione esterna; ripeto, secondo me Vadim, con questi esempi, descrive lo scenario che si viene a creare una volta che si è "innalzato il vento " di questa forza che è la chiave di volta del transurfing.

[Nordenkapp]

Vero, oggi ho avuto una buona esperienza di "coincidenze" con questo sistema e desidero segnalarla nel link apposito dei successi. Se voi avete formule che funzionano, ben vengano, più imparo meglio è.