renato ha scritto:Rileggiti (e riflettici sopra) sulla Conclusione riportata in Avanti nel passato a partire da pag. 211
...non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice !
Ciao Renato,
mi hai cosigliato di rileggere le conclusioni di "Avanti nel passato" (cosa che ho fatto subito) dove si parla di "sincronicità" (Carl Gustav Jung) e poi hai scritto lo slogan di un pub che ho frequentato in passato:
"non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice".
È una frase che ho amato e che amo ancora tanto. Avevamo fatto anche le magliette
Questa "coincidenza" ha un senso, perchè, a pensarci bene, io non chiedo niente di più e niente di meno che avere ciò che non ho avuto, o che ho avuto in misura non sufficiente: un'infanzia felice.
I miei momenti più belli li trascorro con i figli piccoli dei miei amici, (forse non ti ho detto prima che non sono sposato e che non ho figli) giocando con loro e inventando storie fantastiche che li lasciano a bocca aperta. Devo riconoscere che godo di una certa popolarità tra la popolazione under 6 del mio paese. Ogni tanto mi regalo un'oretta di navigazione su youtube dove vado a vedere i vecchi telefilm della "TV dei ragazzi" e gli spot di "Carosello". Con lo scorrere delle immagini e dei suoni, un po' alla volta mi ritrovo a sperimentare le stesse sensazioni di allora: mi sento "protetto", provo una gioia "semplice", ho fiducia nel futuro. E soprattutto mi sento felice in quel preciso istante, il che é un punto fermo del RT. La felicità non è un traguardo posto in fondo ad un lungo rettilineo, che se ci avviciniamo di dieci metri si allontana di altrettanti. La felicità è qui e ora!
Resta un dubbio: come posso immaginare la mia diapositiva di un'infanzia felice a 51 anni? Non mi interessa diventare uno scrittore famoso, un commentatore sportivo della TV, uno stimato e capace professionista, un imprenditore di successo etc. etc. Io voglio solo avere una casa confortevole ed accogliente dove dedicarmi al modellismo navale, coltivare l'orto, collezionare DVD di vecchie serie televisive (ho appena rivisto "Belfagor", mi mette ancora una bella strizza...
) e ogni tanto fare un viaggetto, tornare magari tra i poveri del mio amato Madagascar a dare una mano nei progetti di sviluppo, come ho già fatto. Se poi in questo quadro dovesse inserirsi anche una appagante relazione sentimentale, allora sarebbe il massimo. Ma adesso, prepotente, la ragione si fa sentire: per realizzare questo fine ci vuole un bel gruzzoletto che non abbiamo, quindi come la mettiamo? VZ è molto esplicito a proposito: mai lamentarsi per la carenza di denaro, che è solo un attributo. Bisogna restare concentrati sul fine e l'intenzione esterna provvederà al resto. Bene, come diceva Gigi Marzullo, mi sono fatto una domanda e mi sono dato la risposta...
Forse questo mio post ti sembrerà un po' infantile, ma il RT richiede sincerità, e quello che ho scritto è esattamente quello che provo. A volte mi sento proprio come la mosca che sbatte contro il vetro per uscire dalla stanza e non si accorge che la finestra è aperta. La svolta è proprio lì, molto vicina, ancora un piccolo passo...
grazie per la tua disponibilità a supportare tutte quelle persone che hanno intuito che il RT è un potente strumento e che stanno cercando di entrare nella sua ottica.
Buon RT a tutti
dado
Fare o non fare. Non c'è provare!