Riflessioni dalla lettura dei libri La gestione della realtà e Le mele cadono in cielo.
Recentemente sono usciti i volumi 4 e 5 sul Transurfing di Vadim Zeland con il nome di “Le Regole dello Specchio “.
Appare evidente che in questo ultimo decennio diversi concetti prima inconcepibili sono diventati ora comprensibili anche al vasto pubblico. Molti si stanno rendendo conto che il nostro mondo è come un labirinto di specchi, ma nessuno ancora sembra essere in grado di uscirne.
Probabilmente non hanno alcuna ragione di dubitare che i sensi siano fonti affidabili di conoscenza. Vedere, sentire, gustare, odorare, toccare e altre facoltà potrebbero ingannare di tanto in tanto, come quando si vede un illusione ottica, ma non è niente grave. I sensi danno un quadro preciso della realtà per la maggior parte del tempo.
Probabilmente non hanno alcuna ragione di dubitare che i sensi siano fonti affidabili di conoscenza. Vedere, sentire, gustare, odorare, toccare e altre facoltà potrebbero ingannare di tanto in tanto, come quando si vede un illusione ottica, ma non è niente grave. I sensi danno un quadro preciso della realtà per la maggior parte del tempo.
La Natura Illusoria della Realtà
Tuttavia i più ignorano che la realtà risulta essere nient’altro che un accordo sulla natura degli oggetti e degli eventi che si percepiscono.
Gli occhi e gli altri sensi danno effettivamente un quadro reale della realtà?
Il nostro mondo non è oggettivo, anzi, è soggettivo, flessibile, infinitamente mutabile. I nostri sensi, gli stessi mezzi con cui si raccolgono i dati sul mondo, non sono attendibili in quanto essi sono soggetti ad illusione. Non ci danno accesso diretto a un mondo oggettivo, anzi, danno l’illusione di obiettività.
Se bazzichi in quegli ambienti impregnati dalla filosofia yoga o comunque orientale sentirai parlare spesso dell’inganno di maya, intendendo che il mondo è un’illusione, ma non per questo innocua. Il mondo materiale appare essere molto reale per la sua caratteristica di essere solido, molto solido, sbatterci contro fa molto male, e questo rafforza la nostra convinzione che sia reale, ma come un labirinto di specchi, il suo scopo è quello di illuderci. In un labirinto gli specchi e l’osservatore sono reali, ma poiché gli specchi distorcono la realtà all’interno del labirinto, le immagini percepite al suo interno sono illusorie.
Tu ed io siamo reali, ma come gli specchi in labirinto di un Luna Park, i nostri sensi materiali distorcono le nostre percezioni. Essere ignari di questa intrinseca imperfezione ci porta a considerare le nostre percezioni distorte come realtà. Dal momento che ci affidiamo ai nostri sensi tutto il tempo per l’accesso al mondo esterno, non siamo in migliori condizioni di una persona intrappolata in un labirinto di specchi. Siamo continuamente nell’illusione, o maya, come la chiamavano gli antichi saggi vedici.
Per molto tempo il concetto del mondo materiale come illusione aveva poco senso per noi in Occidente. Poche persone hanno dato grande attenzione al concetto di illusione come viene inteso nei Veda. È stato, e per molti lo è tuttora, un argomento per discussioni interessanti davanti a boccali di birra, o nei salotti impregnati dal profumo d’incenso, ma pochi volevano veramente andare oltre.
I Veda e la fisica quantistica
Questo sta cambiando negli ultimi anni. Si cerca ora di far conciliare i vari aspetti della conoscenza contenuta nei Veda con le scienze fisiche, e in particolare con la fisica quantistica. L’obiettivo primario di questa scienza tendente alla spiritualità è di mostrare analogie tra il mondo subatomico teorico della fisica quantistica e la visione del mondo secondo la filosofia orientale dei Veda. Sono stati scritti dei libri con l’intento di dimostrare che la scienza occidentale e la canuta spiritualità orientale si stanno muovendo nella stessa direzione. Questi libri offrono una speranza che si può ancora vedere un felice connubio tra scienza e spiritualità.
Nonostante questo, e nonostante la crescente popolarità di questo punto di vista, per la maggior parte delle persone l’idea che la vita è un’illusione resta insostenibile, e per i materialisti convinti è addirittura ridicola.
Che esistano tante realtà quanti sono gli abitanti della Terra, anzi tante diverse realtà per ognuna di queste persone, e che sia possibile passare da una realtà a un’altra con conseguenti cambiamenti sostanziali nella vita, si sta rivelando essere più un fatto che un’idea.
Conoscere ed applicare
I libri dello scienziato filosofo russo Vadim Zeland stanno avendo successo non perché contengono idee suggestive, ma soprattutto per il fatto che hanno reso applicabili questi concetti come testimoniano le storie di successo raccontate dai lettori.
Ho letto in giro delle recensioni a volte poco favorevoli, ma quando chi le fa scrive che ha appena finito di leggere il libro e non ha trovato nulla di nuovo, questo mi fa capire che alla lettura non ha seguito l’applicazione pratica dei concetti espressi nel libro.
È necessario pertanto mettere prima di tutto in pratica quanto appreso dai libri per un periodo ragionevolmente lungo da poter stabilire osservando i risultati l’efficacia o l’inefficacia di un metodo.
I sensi, piuttosto che darci totale accesso al mondo fisico, limitano la quantità di dati che riceviamo. L’immagine risultante parziale si combina con le nostre aspettative, preesistenti credenze, presunzioni e esperienze del passato e otteniamo una nostra realtà personalmente costruita. I luoghi, i suoni, gli odori, e le forme che sperimentiamo sono percezioni in una certa misura create da noi stessi. Quindi la realtà, come la bellezza, è negli occhi di chi guarda.
I nostri sensi scolpiscono il mondo come uno scultore scolpisce il suo blocco di marmo. Mentre scalpella, stacca pezzi di marmo ed estrae la sua statua da una vasta gamma di possibilità. Un altro scultore può dare una diversa interpretazione con lo stesso pezzo di marmo. Oppure lo scultore stesso, in un altro momento, può dare una interpretazione del tutto nuova.
Così è con la realtà: la interpretiamo o le diamo forma escludendo parte dei dati, dati di cui non conosciamo l’esistenza e che i nostri sensi non ci permettono di percepire, e in altri momenti diamo interpretazioni diverse del mondo intorno a noi. La differenza principale tra noi e lo scultore è che di solito non siamo consapevoli quanto lui di quali parti togliamo per fare apparire la forma desiderata.
Tutta questa conoscenza su come i sensi funzionano dà luogo ad alcune domande interessanti.
Di ciò che percepiamo, quanto è una distorsione di ciò che c’è veramente lì? Quanto del mondo non stiamo percependo? E quanto di esso immaginiamo? Come possiamo distinguere la realtà dall’illusione?
Se non viviamo in una realtà oggettiva, se siamo così radicati nell’illusione, come siamo in grado di accordarci su gran parte della nostra esperienza? Come possiamo anche discutere su oggetti ed eventi in tutto il mondo?
Siamo in grado di parlare della realtà in quanto oggettiva per l’alto grado di accordo che condividiamo nelle nostre realtà individuali. Fin dalla nascita condizioniamo i nostri sensi a selezionare e interpretare i fenomeni allo stesso modo delle altre persone intorno a noi, formando di fatto un illusione concordata della realtà: molti individui che concordano un modo di interpretare il loro ambiente. Tramite questa illusione concordata perpetuiamo un’illusione di realtà oggettiva di generazione in generazione.
Possiamo infatti vedere che culture diverse forniscono un’idea del mondo che varia da popolo a popolo per il fatto di concordare in modo differente come il mondo è. E non è possibile affermare chi sia nel giusto. Si potrebbe dire che non ci siano criteri assoluti con cui valutare le diverse culture del mondo.
L’unico modo corretto di valutare se una determinata cultura abbia più valore di un’altra e tenendo in considerazione dove porta gli esseri umani che la seguono. E la cultura di maggior valore sarebbe quella che libera l’individuo dal velo dell’illusione.
Una buona comprensione di questi concetti e dell’applicazione dei dati relativi a questo tipo di conoscenza della fisica quantistica viene data dalla lettura attenta dei libri di Vadim Zeland.
Molti hanno letto la Trilogia del Transurfing e hanno iniziato a vedere il mondo non più come una solida realtà immutabile, ma un universo di infinite varianti della realtà, fra le quali è possibile scegliere le realtà che più si aggradano.
Da pochi giorni sono usciti due nuovi libri con ulteriori dati utili per comprendere come è fatto il mondo e come vivere meglio in esso, anzi fuori da esso, non più trascinati dal flusso apparentemente inevitabile degli eventi, dotati del più grande dei poteri: il potere di scelta.
E ora veniamo ai libri. La prima stampa si esaurirà presto. Approfittane adesso.